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Allarme cessato a Duglia.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
L’allarme delle navi dei veleni si è inevitabilmente riverberato anche nelle zone interne, con una diffusa sensibilità intornoa possibilidepositi di rifiuti tossici e radioattivi. In particolare, ci si è interrogati sulla possibilità che anche nel sottosuolo e nelle acque del territorio acrese possano nascondersi chissà quali pericoli per la salute dei cittadini. Così,anche inseguito aquesto clima,nei mesi scorsi, l’amministra - zione comunale e l’Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Calabrese) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che prevedeva l’avvio di una serie di monitoraggi ambientali, con l’obiettivo di verificare la salubrità e la qualità del territorio. Il protocollo prevedeva, tra le altre cose, la verifica della presenza, sul nostro territorio, di sostanze radioattive “La collaborazione tra Comune e Arpacal – dice oggi l’assessore comunale all’Ambiente Francesco Monaco - ha l’obiettivodi sfatare,unavolta per tutte, la convinzione che la presenza di alcune patologie siano legate alla presenza di sostanze radioattive o comunque inquinanti seppellite chissà dove”. Nei giorni scorsi sono state eseguite, da personale Arpacal, altamente specializzato, oltre che misurazioni in loco, anche prelievi di campioni di “sedimenti” lungo il letto del torrente Duglia, sia in prossimità del centro abitato chenella partealta, inaltri affluenti e precisamente in località Macchia di Baffi.
Dalla elaborazione di queste misurazionie dall’analisi dei campioni di sedimenti – afferma Monaco - , i cui risultati sono stati trasmessi al Comune agli inizi di marzo, si evince chiaramente che tutti i parametri sono abbondantemente al di sotto dei limiti di legge. Questi primi risultati ci fanno sentire “tranquilli” sulla qualità dell’ambiente che ci circonda; nello stesso tempoperò occorretenerealta la guardia affinché alcuni spiacevoli fatti, verificatisi negli anni passati non possano più verificarsi, nella consapevolezza che l’ambiente in cui viviamo non ci è stato regalato dai nostri genitori, ma prestato dai nostri figli. Quindi – conclude l’assessore comunale all’Ambiente - è un dovere di tutti attivarsi affinché questo patrimonio di inestimabile valore, ancora a oggi incontaminato, possa essere al meglio utilizzato e valorizzato in modo che le generazioni future possano trovarvi occasioni produttive affinché possa essere ridotta la necessità di dover cercare altrove occasioni lavorative e quindiconnotevoli vantaggi economici e sociali”.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 14-03-2010.

PUBBLICATO 14/03/2010

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