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A proposito dei recenti eventi franosi

Flavio Sposato
Foto © Acri In Rete
A seguito dei recenti avvenimenti che hanno interessato anche il territorio acrese,con frane e smottamenti che hanno danneggiato beni e viabilità, costretto famiglie e lavoratori a lasciare le loro case ed isolato interi centri abitati, si è acceso un dibattito sugli eventi calamitosi e sugli interventi fatti e non fatti.
Come sempre, purtroppo, di calamità "naturali" ( che di naturale hanno solo la causa scatenante, ma non certo le conseguenze, quasi sempre colpa dell'uomo e della sua insipienza ) si parla solo a fatti avvenuti e mai prima, se ne parla per qualche giorno, per poi dimenticare tutto e continuare tutto come sempre, compreso il costruire ed il lasciar costruire su zone universalmente conosciute come franose.
Ma stavolta a spargere benzina sul fuoco è stata la trasmissione "Striscia la notizia", con il suo servizio nel La Mucone ed il suo enorme potere di amplificazione, dando voce ai cittadini ed alle loro recriminazioni, giuste e meno giuste.
Lasciando alle pubbliche autorità le loro responsabilità, ci ha colpito la continua chiamata in causa della protezione civile e la grande confusione che c'è su di essa; ulteriormente aggravata dalle note scandalose vicende del G8 e di L'Aquila.
E' forse il caso di chiarire a tutti che protezione civile è una dicitura necessariamente generica e molto complessa perché in essa c'è di tutto: da Bertolaso ai Sindaci, dalle Forze Armate ai Vigili urbani, dalle regioni ai volontari, ognuno con compiti e competenze le più varie; e quando si parla più propriamente di organizzazione di protezione civile ci sono nell'ordine: la Protezione civile nazionale, alle dirette dipendenze del governo, la protezione civile di ogni singola regione, la protezione civile di ogni comune ( se se ne è dotato e se funziona) ed infine le organizzazioni di volontariato di protezione civile.
Queste ultime, a differenza delle altre che sono ovviamente tutte titolari di autonomia decisionale, possono dare il loro contributo solo se attivate dalle competenti pubbliche autorità; in occasione del terremoto in Abruzzo, per esempio, la protezione civile della Regione Calabria ha chiesto al Gruppo di protezione civile Acri di inviare dei volontari per la gestione di uno dei campi che ospitavano i senzatetto ed il Gruppo ha inviato in Abruzzo dieci dei suoi volontari per quindici giorni.
Nel caso degli eventi franosi ad Acri non sappiamo quali autorità si siano mosse e con quale coordinamento, certamente non è stato attivata la procedura prevista per gravi eventi ( attivazione COC e COM ) e non è stato chiesto l'ausilio delle associazioni di volontariato, evidentemente non è stato ritenuto necessario !.
Ad Acri ci sono diverse associazioni di volontariato, Aspa, Croce Rossa, Gruppo di protezione civile Acri ed altre, i cui volontari prestano gratuitamente la loro opera a favore della popolazione, esse danno la loro collaborazione, quando richiesta, a chi svolge per dovere e per lavoro i suoi compiti istituzionali; perché c'è necessariamente differenza di ruoli e di competenze tra chi, Carabinieri- Vigili del fuoco (compresi i discontinui di Acri )- Vigili Urbani- dipendenti regionali e comunali, fa onestamente e con scrupolo il proprio lavoro, giustamente retribuito, e chi presta la sua attività volontariamente e gratuitamente.

PUBBLICATO 01/03/2010

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