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Quel teatro nell’ombra.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
C'è un clima di attesa intorno alla realizzazione del teatro comunale, i cui lavori procedono nell'ombra. Non è un segreto di Pulcinella la scarsa simpatia che l'opera ispira negli attuali amministratori, che non hanno mai fatto mistero di considerare uno spreco di denaro siffatto progetto. Questo il ragionamento fatto dal centro-destra: i teatri sono in crisi ovunque e comunque implicano costi di gestione proibitivi per Acri. Sarebbe stato meglio spendere in altro modo i soldi. E i soldi sono quelli arrivati attraverso i Pru (Piani di Recupero Urbano), dalla Regione Calabria. Questo canale di finanziamento sembrava essersi prosciugato, fino a quando l'allora sindaco Elio Coschignano (siamo nel 2005) non decide di riaprire il cassetto in cui giaceva un progetto che tanti danni aveva provocato nell'armonia dei rapporti interni al centrosinistra: quello di piazza Purgatorio. Alla fine quei soldi furono recuperati e fu approvata dalla Regione la possibilità di una rimodulazione, cioè destinarli ad altri progetti.
Tra questi figura il teatro, finanziato con due milioni e mezzo di euro. Per la cronaca, l'Udc, oggi al governo cittadino, si è sempre detta contraria al teatro. Per il progetto fu bandito un concorso di idee, al quale parteciparono circa cinquanta progetti, provenienti anche da oltre confine. La commissione, presieduta dal professor Pierluigi Cervellati, incaricato anche della redazione del Piano Strutturale Comunale, incoronò quello denominato “Fiore di pietra”. I costi, come spesso avviene in casi simili, sono finiti nel tritacarne della polemica politica.
Infatti, oggi, secondo gli amministratori attuali, i due milioni e mezzo a disposizione non bastano a completare il teatro; secondo quelli di ieri, sì. Il sindaco Gino Trematerra parlò del teatro anche nella campagna elettorale che lo elesse primo cittadino nella scorsa primavera. Il riferimento lo fece soprattutto condannando la discontinuità amministrativa a prescindere. E' sbagliato, disse pressappoco, interrompere progetti altrui solo perché non in sintonia con le proprie idee; riferendosi al teatro, ne bocciò la realizzazione, ma ormai era in corso, quindi non l'avrebbe bloccata.
Tra l'altro, almeno teoricamente, non sarebbe più possibile rimodulare un progetto quasi completato, tra l'altro con canali di finanziamento che risalgono a oltre dieci anni fa. Però il teatro tra poco sarà completato e qualcosa bisognerà pur farci. A tal riguardo, l'amministrazione comunale finora non ha proferito parola.








Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 01-12-2010.

PUBBLICATO 02/12/2010

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