OPINIONE Letto 1851

Anno 2020: inizio dell’ammodernamento della S.S. 106 Jonica per lo sviluppo della Sibaritide (e della Sila settentrionale)


Foto © Acri In Rete



L’anno 2020 è stato particolare.
Tutti gli anni sono particolari. Per qualcuno può esserlo di più, ma il 2020 lo è stato a livello mondiale per le preoccupazioni pandemiche che ha comportato.
Alle popolazioni dell’arco jonico cosentino e della pre-Sila e Sila Greca, ha portato qualcosa che, pur sottotono per le sconvolgenti notizie sanitarie, risulta essenziale per favorire lo sviluppo di una consistente parte della provincia di Cosenza: l’inizio dei lavori del 3° megalotto della S.S. 106 Jonica – cat. B - (dall’innesto con la S.S. 534 - km 365+150 - a Roseto Capo Spulico - km 400+000). Questo megalotto interessa il tratto iniziale dell’arteria stradale (“doppia carreggiata con due corsie di 3,75 m ciascuna e banchina di 1,75 m per senso di marcia e spartitraffico di 3,5”), che attraversa la pianura di Sibari, da Capo Spulico fino ad incrociare, nei pressi di Doria (Cassano all’Jonio), la nuova strada statale 534 “di Cammarata e degli Stombi” (Sibari - Autostrada A2, uscita Firmo).
A questo tratto seguiranno successivamente altri tratti fino a Corigliano-Rossano ed oltre (Crotone).
Lo sviluppo dell’intera Calabria non può prescindere dall’ammodernamento della rete autostradale e di quella ferroviaria sul lungo e popolato litorale jonico!
L’idea dell’infrastruttura incomincia a materializzarsi dal 2001 nella delibera CIPE n. 121; ma solo il 22 dicembre 2003 il CdA dell’ANAS approva il progetto preliminare sul “Corridoio jonico: tratta calabrese Taranto - Sibari - Reggio Calabria”; mentre, il 28 settembre 2007, il CIPE approva, con la delibera 103, il progetto preliminare del tratto in questione.
Da quel tempo non sono mancate rivisitazioni, correzioni e relativi adeguamenti (nuove soluzioni di tracciato, opere e costi) al fine di conciliare le diverse esigenze dell’ampio territorio (pianura di Sibari e altopiano silano), trascurato da decenni, con le sue molteplici vocazioni (agricole, zootecniche, frutteti, turistiche, storico-archeologiche, religiose, artigianali, commerciali, industriali), per unirlo allo sviluppo del resto d’Italia. Senz’altro le necessità economiche del comprensorio e quelle non meno importanti della sicurezza stradale e della mobilità di 150 mila abitanti che risiedono nei paesi (Corigliano Rossano, 74.941; Acri, 20.623; Terranova da Sibari, 5.044; Tarsia, 2.063; Santa Sofia d’Epiro, 2.569; San Demetrio Corone, 3.512; Vaccarizzo Albanese, 1.100; San Giorgio Albanese, 1.408; San Cosmo Albanese, 601; Sibari, 5.000; Mirto Crosia, 9.806; Paludi, 1.054; Longobucco, 3.099; Cropalati, 1.067; Calopezzati, 1 365; Caloveto, 1.237; Mandatoriccio, 2 772; Cariati, 8 042; Campana, 1 631; Bocchigliero, 1.281; Scala Coeli, 941; Terravecchia, 689), hanno reso impellente la realizzazione dell’infrastruttura e sveltito l’iter burocratico.
I ringraziamenti dei cittadini calabresi devono andare all'Associazione "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106" e alle forze politiche, che hanno sostenuto e difeso nel tempo l’approvazione e la realizzazione dell’opera per le ragioni socio-economiche della zona e per rispetto alle tanti morti provocate dall’insufficiente e pericolosa rete viaria.
Quest’opera interessa anche le popolazioni di Acri, S. Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, San Cosmo Albanese che vi accederanno tramite la strada a scorrimento veloce Sibari-Sila, i cui lavori, iniziati nel 2009 fra S. Demetrio C. ed Acri, attendono di essere portati a compimento.
Alle Amministrazioni dei suddetti comuni (soprattutto a quella di Acri, che non la si vede particolarmente impegnata) spetta, allora, di perorare la richiesta all’Amministrazione Provinciale di Cosenza per la ripresa dei lavori.

PUBBLICATO 31/12/2020  |  © Riproduzione Riservata

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