Ho visitato la personale di pittura e scultura dell'architetto Natale Saccoliti, allestita nell'ambito del Maca, nel prestigioso Salone delle Colonne di palazzo Sanseverino-Falcone di Acri.
A dire la verità, non sono né un critico d'arte né un intenditore raffinato di pittura e scultura, ma osservando i lavori di Saccoliti confesso di essere stato particolarmente colpito dall'intensità e armonia dei colori caldi e originalissimi, di cui le opere dell'artista sono pregne; cè in tutte le tele una magia di significati profondi e ineffabili, che rapiscono lo spettatore e lo conducono lontano, attraverso una complessità di segni e una ricca, calda policromia di tinte che sembrano scaturire dal profondo dell'animo, con il risultato ultimo di astrarti dalla realtà: una specie di smarrimento, cui contribuiscono fortemente anche le numerose sculture con le loro sinuosità levigate e dolcissime, che si snodano in forme potentemente espressive, anche per i particolari materiali di cui si è magistralmente servito lo scultore: la terracotta con pigmenti, la cartapesta, la 'terra cruda', il legno di noce e di pero, il calcestruzzo, o il polimaterico,per non parlare addirittura di metallo come l'alluminio; materiali naturalmente tutti fatti propri e "trasumanati" dall'artista.
E così pittura e scultura in Saccoliti diventano un'unica cosa, quasi indistinta; e lo spettatore ne gode attraverso un percorso senza alcun iato, senza alcuna interruzione, perché le due forme di espressione si confondono l'una con l'altra in una in'ininterrotta continuità di messaggi dai significati complessi e toccanti, che non lasciano certamente indifferenti lo spettatore.