Che la trasferta di Paola, contro la Paolana, non sarebbe stata facile lo si sapeva. Era un derby, e come tale teso, con molti ex tra cui Andreoli, tecnico della promozione in D dell’Acri nel 2011, Cavatorti, Perrelli e Domanico, con questi ultimi due che non hanno certo lasciato un buon ricordo dopo la retrocessione dello scorso anno. Ma la partita potrebbe avere strascichi giudiziari. La società acrese, infatti, denuncia l’atteggiamento minaccioso di alcuni dirigenti della formazione tirrenica già appena scesi dal bus. “All’interno degli spogliatoi – afferma la dirigenza – si sono scatenati ingiustificati atti intimidatori ed il nostro giocatore Alessandro Riolo ne ha fatto le spese mentre altri giocatori, soprattutto quelli più giovani, sono rimasti scioccati e sono scesi in campo impauriti.”
Lo stesso Riolo, alla fine della gara si è recato presso il Commissariato di Paola per sporgere denuncia contro A.P. e S.V., entrambi dirigenti della Paolana. Riolo denuncia di essere stato aggredito verbalmente e fisicamente, all’interno dello spogliatoio, con spintoni, frasi ingiuriose, schiaffi e pugni. Il giocatore rossonero riferisce anche che S.V. ha minacciato l’intera squadra non curante dei numerosi presenti tra cui altri dirigenti e alcuni giocatori.
Riolo, parla di atti premeditati che alla fine hanno condizionato non poco la sua prestazione in campo dopo che era ricorso ad una puntura anti dolorifica. Al ritorno ad Acri, Riolo, si è recato presso il locale ospedale e la diagnosi parla di trauma contusivo cranico-facciale e spalla sinistra con prognosi di sei giorni.
La società si dice molto amareggiata e meravigliata per quanto accaduto e soprattutto dispiaciuta per il fatto che nessun tesserato della Paolana, allenatore e giocatori compresi, ha ritenuto rivolgere le scuse a fine gara per quanto successo.
Per completezza di informazione c’è da dire che sulle tribune, presenti anche una cinquantina di tifosi acresi, non ci sono stati momenti di tensione grazie anche al lavoro di vigilanza di carabinieri e questura.