Successo di pubblico per il Concerto dell’Epifania

Ufficio Stampa Lions - Acri
Il Lions Club di Acri, insieme alla Sezione FIDAPA di Acri, al Rotary Club, il Vespa Club e l’Associazione Acri nel Cuore, hanno organizzato per il giorno dell’Epifania un concerto cameristico per pianoforte, violino, viola e violoncello.
L’iniziativa proposta dal Lions Club, ha avuto da subito il plauso e la partecipazione degli altri Club locali, in uno spirito di collaborazione che di sicuro ci vedrà insieme in altre iniziative future. Protagonisti del Concerto dell’Epifania sono stati quattro giovani musicisti conosciuti e affermati nel panorama del concertismo nazionale: Giovanni Azzinnari ( Violino), Alessio Vilardo ( Viola), Stefano Amato ( Violoncello) e Margherita Capalbo ( Pianoforte). Il programma presentato è stato molto variegato nella scelta del repertorio che è passato da quello per pianoforte solo a quello cameristico, da Mozart a Ginastera passando per Liszt e Mahler. La prima parte ha visto celebrato il repertorio per pianoforte solo, anche qui grande varietà: si è partiti dal classicismo di Mozart e si è giunti alla musica degli anni Quaranta del Novecento dell’argentino Ginastera, passando per uno dei giganti del romanticismo come Franz Liszt.. La celebre Fantasia in re minore di W. A. Mozart, che ha aperto il concerto, è un brano di grande fascino che custodisce in sé una straordinaria pluralità di sentimenti. L’atmosfera iniziale cupa, drammaticamente meditativa e seguita da frasi recitative, rotture e frammenti melodici. I momenti di patetismo drammatico si alternano ad altri in cui si manifesta la gioia piena di spirito che caratterizza tanto il repertorio mozartiano. Un piccolo gioiello, un vero capolavoro dell’arte pianistica di Mozart che ha evidenziato la grande ricerca musicale della giovane interprete. Ha seguito, poi, la Ballata n. 2 in Si minore di Franz Liszt. Il cambiamento della scrittura pianistica è evidente: all’epoca di Liszt il pianoforte ha raggiunto il suo massimo sviluppo costruttivo, il pianoforte del secondo Ottocento è grosso modo quello che conosciamo noi oggi, uno strumento che permette al compositore di sviluppare una scrittura pianistica molto ricca , densa e virtuosistica. La Ballata è un brano di grande lirismo, di grande drammaticità con momenti di arduo virtuosismo pianistico, resa in maniera molto appassionata dalla pianista che ha dimostrato una grande padronanza tecnica e musicale. La prima parte si è conclusa con le Danza Argentine di Albero Ginastera: altra epoca, altro approccio allo strumento, altra scrittura pianistica. Sono anni, quelli Trenta e Quaranta del Novecento, nei quali si sperimentano nuove possibilità musicali, nuova possibilità tecniche dello strumento. Il risultato, in queste Danze, è un pianismo che si suole definire, in gergo, “percussivo” ossia che amplifica la caratteristica percussiva del pianoforte. Si sente il profumo della musica popolare argentina nei ritmi e negli spunti melodici, e la travolgente carica ritmica dell’ultima delle danze (Danza del Gaucho matrero) chiude una performance convincente e di grande temperamento. Nella seconda parte del programma i musicisti hanno invece affrontato brani del repertorio cameristico, nella formazione del quartetto per pianforte e archi . Il quartetto in sol minore di Mozart, il primo dei due quartetti scritti da Mozart per questa formazione. Qui c’è una perfetta fusione tra l’atmosfera della musica da camera del quartetto d’archi e quella del concerto per pianoforte e orchestra: si esige infatti dal pianista un grande virtuosismo pianistico, ma parimenti importanti risultano le parti degli archi, si ottiene quindi un risultato di grande dialetticità tra le quattro parti. Il primo tempo, dal carattere drammatico, doloroso, dall’impronta, diremo, romantica è seguito dall’Andante dal carattere introspettivo e riflessivo. Il quartetto si conclude con un brillante e luminoso Rondò, ancora una volta ad evidenziare una delle peculiarità della musica di Mozart: la pluralità di sentimenti e caratteri. Infine il Quartetto in la minore di Gustav Mahler, compositore austriaco di origine boema, la cui opera si realizza a cavallo tra Otto e Novecento. Il quartetto è un lavoro di epoca giovanile, in cui non è ancora pienamente realizzato lo stile maturo del compositore, ma in cui sono comunque evidenti le sue caratteristiche principali: sopra tutte la concezione sinfonica della musica. Mahler diverrà un grande sinfonista e già in questa opera giovanile la condotta delle parti, i colori, le atmosfere vorrebbero ricreare quelle di un’orchestra. È una composizione dal carattere appassionato e drammatico, e tale è stata l’interpretazione data dal quartetto in sala. Il concerto è stato introdotto da una breve ma efficace guida all’ascolto tenuta dal M° Alessandro Marano. Essa ha permesso all’uditorio una migliore comprensione dell’ascolto, troppo spesso viziato da una sbagliata concezione della musica colta. Lo scopo infatti di concerti come quello di cui stiamo parlando e di una guida all’ascolto è proprio quello di sfatare alcuni luoghi comuni secondo cui la musica colta ( impropriamente definita classica) sia un genere difficile e per pochi. In realtà è solo l’abitudine che ci rende familiare alcuni generi di musica e ce ne fa disconoscere altri. La musica colta non è musica di elite: la si è resa tale, dimenticandosi che come tutte le Arti parla dei sentimenti dell’uomo… cos’altro c’è di più universale?
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PUBBLICATO 16/01/2013

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