Rosarno: l’epilogo dell’intolleranza e del degrado o qualcosa di più?
Rosanna Fiamma
La lotta che si è scatenata nella cittadina di Rosarno è l'epilogo di anni di forzata convivenza tra i cittadini del posto e gli immigrati o solo l'epilogo di qualcosa di più difficile da capire, qualcosa che ha a che fare con interessi ben più cospicui di quanto noi possiamo immaginare? Si parla di 'ndrangheta, si parla di uno Stato latitante in Calabria, si parla di caporalato, e di conseguenza si parla di degrado, di povertà, di sfruttamento di questi lavoratori immigrati, e vedendo queste scene di guerriglia urbana la rabbia e la delusione riaffiora con tutto il suo carico di dolori e con la consapevolezza che noi, uomini del 2010, non siamo ancora cambiati, siamo ancora alle prese con una società che chiude gli occhi per il proprio interesse, nega l'evidenza di un degrado che nasce da anni di politica-non politica, dall'egoismo di un uomo che ancora oggi non tratta l'altro uomo alla pari, perché c'è sempre il furbo di turno che sfrutta la situazione, l'imprenditore agricolo che non si fa scrupoli se quell'uomo dovrà lavorare al suo servizio per pochi euro, in condizioni inumane, con trattamenti che non meritano neppure gli animali. Queste persone vivono in condizioni che vanno oltre il limite della decenza, 10 persone in una stanza, senza riscaldamento, con pochi servizi igienici e quei pochi mal funzionanti. Il Ministro dell'Interno Maroni ha sottolineato che la maggior parte di questi immigrati hanno regolare permesso di soggiorno, ma il vero problema è che illegale è il loro sfruttamento e le loro condizioni di vita, questo è il vero punto della questione e credo che dobbiamo andare fino in fondo, perché i fatti successi in Calabria potrebbero verificarsi ancora. Dalle interviste rilasciate da alcuni cittadini di Rosarno è emersa la disponibilità verso queste persone e la piena consapevolezza che si prendano dei seri provvedimenti affinché tra Governo, enti locali, forze dell'ordine, Guardia di Finanza si inneschi quella cooperazione che possa far cambiare lo stato attuale. Purtroppo, sottolinea la Confagricoltura " i recenti fatti dimostrano che non si è ancora fatto abbastanza per arginare il lavoro sommerso che spesso, in alcune realtà territoriali, si innesta in altre situazioni di conclamata illegalità, come l'immigrazione clandestina ed il caporalato". E' inutile continuare a dire che il colore della pelle, la diversità della lingua, degli usi e costumi o della religione non devono essere di ostacolo all'integrazione tra i popoli, se ancora oggi ci sono da cambiare molte cose e primo fra tutti il cuore dell'uomo. Dobbiamo contrapporre al razzismo, all'illegalità, all'intolleranza, la solidarietà umana perché è di questo che c'è bisogno. Dobbiamo dire che sono emerse anche storie di solidarietà come quella dei familiari di una signora anziana, a cui faceva da badante un ragazzo immigrato, e che si stanno alternando notte e giorno in ospedale per non lasciare solo questo ragazzo, che per loro è ormai uno della famiglia e che è rimasto vittima di percosse alla testa durante gli episodi dei giorni scorsi. Adesso è lui ad aver bisogno e loro non si sono tirati indietro, è questa la solidarietà di cui vorremmo sentir parlare ma la strada da percorrere è ancora molto lunga. |
PUBBLICATO 13/01/2010
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