Letto 3032  |    Stampa articolo

Ho incontrato un angelo...

Filomena Cupelli
Foto © Acri In Rete
Quando si partecipa ad una riunione di persone che hanno difficoltà, di certo non si pensa di ascoltare storie allegre, di vita leggera fatta di frivolezze. Ci si aspetta di sentire emergere una serie di problemi che in qualche modo ricordano la tua vita, i tuoi ostacoli quotidiani. Accettare una diagnosi, per un figlio, che diventa un marchio, non è semplice: disabilità. Ma quello che non è semplice è riuscire a vivere in maniera abile, le nostre case si trasformano in una sorte di prigione perché fuori è difficile stare: barriere architettoniche e mentali diventano mostri da abbattere. Poi ci si abitua. Si trova il coraggio. Fra un viaggio di speranza e l'altro, i figli si iscrivono a scuola, la prima istituzione, e spesso ci si scontra con l'amarezza, una squadra di persone pronti ad accoglierti, ma pronti a litigare davanti a quell'amata tua persona cara, solo per rivendicare un ruolo. Sostegno, assistenza alla persona, sono un aiuto a farti capire che quell'essere umano a cui bisogna dimostrare affetto, sicurezza, è solo "cosa tua". Le terapie poi, quelle che dovrebbero fare per migliorare la qualità della vita, sono fatte qua da noi, spesso, in luoghi non idonei, ma non importa, ti devi accontentare, non devi avere tanto, tuo figlio per gli altri non è molto.
Per tornare alla riunione, ti aspetti di sentire queste cose e di capire come nel corso degli anni qualcuno ha imparato a lottare o a subire, a ridere o continuare a piangersi addosso. A confrontarsi su quell'aiuto sperato che concretamente si ha o non si ha. Nessuno può farcela da solo, tutti sono importanti, i familiari, gli amici, le istituzioni. Martedì sera, questo mi aspettavo, sentire le stesse cose. Invece è stato diverso, ho conosciuto un ANGELO.
Un angelo non ha sesso, questo è donna. Un angelo ha le ali, questo no. Non può spostarsi, non può andare da nessuna parte, tranne che ad occuparsi di sbrigare le cose per tutti, tranne che per se stesso. Questo angelo ha un nome, vive nella nostra stessa città, ha due fratelli disabili da sempre, un papà stanco e una mamma che ormai ha ceduto alla malattia la sua vita, quella vita fatta di fatiche e sacrifici. Questo angelo ha due figli da accudire e seguire, da sola, perché il destino non le ha voluto lasciare neanche il compagno che potesse sostenerla, aiutarla, amarla. Questo angelo è giovane e bella, ma senza sorriso, sulle labbra e negli occhi La sua luce, quella che la fa brillare è la dignità. Non lo avevo mai visto questo angelo, mai. Eppure da noi ci si conosce quasi tutti. Mai visto, neanche fuori in una sera d'estate dove è più facile incontrarsi. L'ho conosciuto quella sera perché aveva bisogno di aiuto, pieno di ferite. Questo angelo si aspetta concretezza, qualcuno che le dia una mano per qualche ora al giorno per dare dignità ai suoi cari e un pò di respiro a lei che ha diritto a tante cose che forse nella vita di tutti sono scontate. Un caffè con le amiche, una passeggiata fuori, un salto dal parrucchiere (anche gli angeli amano farlo!). Questo angelo ha diritto al suo tempo, ha diritto alla vita, ha diritto di sorridere e giocare con i suoi figli. Non vuole delegare niente a nessuno, non cerca di scaricare quel troppo dolore che ha ricevuto in dono, vuole solo aiuto. Non cerca un istituto dove lasciare i suoi familiari, cerca sollievo, chiede la terapia in casa, chiede che i progetti di assistenza personale non siamo in scadenza. Avevo voglia di abbracciarlo quell'angelo e l'ho fatto, ho voglia di aiutarlo quell'angelo ma non ho mezzi. Non posso metterle a disposizione il mio tempo, perché ne ho poco. Posso regalarle il mio affetto, l'amicizia. Posso raccontare la sua storia, perché è vera, posso descrivere il suo disagio perché non è irreparabile, possiamo tutti regalarle speranza, perché ne ha diritto. Le istituzioni devono assumersi responsabilità e queste non si delegano, prendano esempio da questo angelo che è donna… e questa donna il dolore non vuole regalarlo a nessuno, cerca solo sollievo. Quest'angelo è viva perché mi ha detto orgogliosamente che d'amore non si muore.

PUBBLICATO 09/07/2009

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