RELIGIONE Letto 2715  |    Stampa articolo

… il rischio di affondare ti fa dimenticare.

sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
Andare all'altra riva. Un invito che Gesù rivolge ai suoi dopo aver parlato e spiegato la logica del regno. Stare con Cristo esige necessariamente questo spostarsi. E l'invito è sul far della sera, quando sembra di aver concluso un cammino o una tappa, e viene il desiderio di fermarsi a riposare delle fatiche trascorse.
Lasciare la folla è il primo momento di questo andare oltre, allontanarsi dalla riva dove si sta. La barca, la nostra vita… questa realtà fragile ma capace di portare il peso di un'umanità in perenne divenire, la nostra, quella dei nostri amici. Un legno che solca le onde del tempo capace di portare con sé il Figlio di Dio, la sua umanità così potente da non sentirne la presenza durante la notte che scatena tempeste inaudite.
Il vento soffia con violenza: tutte le voci che si agitano dentro e fuori di noi e che spesso si levano con tanta forza da sbandare i nostri passi fino a poco prima sicuri del sentiero… Le onde si rovesciano dentro la barca: ciò che è parte delle nostre giornate e che ci sembra di conoscere bene si ribalta contro di noi, certi significati che ci afferrano improvvisi e ci fanno sentire in balia dell'inaspettato al punto da riempire quello spazio di vita che ci apparteneva. Fatti, parole, persone si rovesciano in noi con tutto il peso della loro esistenza e rischiano di farci affondare. Come onde, devono restare fuori di noi per essere una possibilità di cammino. Se entrano nello spazio che ci distingue si trasformano in occasione di morte! L'uomo non può riempirsi di tutto, non può trangugiare qualsiasi cosa gli capiti a tiro e gli sembri "buona". La barca per navigare deve restare "vuota", le onde la sostengono, la conducono…
Prova a mettere fuori dalla tua interiorità tutto ciò che cammin facendo hai tirato dentro. Soffochi! Vai nel fondo della tua vita e vi trovi Gesù che dorme, con la testa appoggiata su un cuscino. Nelle profondità del tuo spirito lui, il Dio vivente, riposa e aspetta che tu vada a cercarlo, aspetta che tu vada a svegliarlo… A lui importa di te, sa che non affondi! Finché lui è con te, non corri pericoli. Il problema è che tu non sei cosciente di questa sua presenza e ti lasci prendere dalla paura che a lui non importi nulla di te… il rischio di affondare ti fa dimenticare che la tua vita è preziosa per lui. Infatti non ti ha lasciato attraversare il lago da solo. Ti ha invitato ad andare all'altra riva, ma lui è venuto con te. Quante solitudini e angosce nutrono le tue notti perché non riesci a vedere che lui è nel fondo della tua esistenza, e puoi metterti se vuoi anche tu a dormire al suo fianco, senza temere le voci del vento e le onde che ti appesantiscono…
Quando Gesù si sveglia in te, sgrida il vento e calma le acque: di fronte alla sua parola ogni voce tace, anche la più violenta, e ogni cosa cessa di invaderti... Ti deciderai un giorno ad aprire le pagine del vangelo per nutrirti del suo pensiero e delle sue parole così da poter comprendere e conoscere anche le parole della tua e altrui umanità? Finché non cerchi in lui i significati dell'esistere, le voci del mondo, i turbamenti del tempo che vivi ti sveglieranno incertezze e timori e non sarai nelle condizioni migliori per ascoltare la voce più vera di te stesso! Gesù ci domanda il perché di tanta paura. La fiducia che l'uomo spontaneamente ripone nella vita, nelle creature, nel suo Dio… dove è finita? La fiducia che tu avevi rispetto al tuo futuro, nei confronti delle persone che ami, verso le tue capacità di accrescere gli spazi della tua vita… dove è andata a finire? Stai passando all'altra riva, stai attraversando la tempesta per giungere alle sponde di una umanità tua rinnovata dalla sua presenza. Lo stupore ti afferri così che lo spavento si trasformi in adorazione del mistero che ti abita.

PUBBLICATO 25/06/2009

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