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Freddato alle spalle con due colpi di arma di fucile.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
Le modalità e le prime ipotesi fatte dagli inquirenti, riconducono ad un vero e proprio agguato mortale. Che da queste parti rappresenterebbe una grossa e grave novità. Natale Sposato, 35 anni, celibe, disoccupato, incensurato, è stato ucciso con diversi colpi di arma da fuoco davanti la sua abitazione. Un omicidio con tanti lati oscuri.
Località Pietremarine, poco fuori il centro abitato in direzione nord, a ridosso del Parco Crista. Qui fa bella mostra un gruppetto di case isolate, occupate principalmente da gente dedita all’agricoltura ed alla pastorizia. E’ da poco passata la mezzanotte e mezza di sabato, Natale arriva con la sua Apecar che parcheggia a pochi metri dall’abitazione. Spegne il motore, scende dall’abitacolo ed apre la porta di casa. Fa pochi passi e viene freddato. Senza pietà.
Davanti gli occhi della mamma che aspettava il suo rientro. Gli scaricano addosso diversi colpi di arma da fuoco. Due proiettili trapassano la schiena e giungono al cuore. Altri bossoli lo colpiscono alle gambe, altri ancora vengono rinvenuti fuori e dentro l’abitazione. La vittima non vede in faccia chi lo ha colpito mortalmente. Viene colpito alle spalle. In seguito, dai rilievi effettuati dai carabinieri della locale stazione, emerge che trattasi di bossoli da fucile da caccia.
La visita del medico legale stabilirà che l’uomo è morto sul colpo a causa delle gravi lesioni di alcuni organi vitali. A quell’ora dormono tutti. Mamma Rosa no. Lo aspetta, come tutte le sere, impaziente, sul divano. Ma lo attendono anche i suoi assassini. Il primogenito gli muore sotto gli occhi. Natale ha solo il tempo di sussurrare “mamma mia che dolore”, poi spira. E’ notte fonda, la zona è impervia, poco illuminata, deserta. La donna, sebbene in preda ad una crisi di nervi, riesce a raggiungere i vicini. Quindi la telefonata al 118 che arriva dopo pochi minuti. Per Natale non c’è niente da fare.
Uomo semplice e ingenuo, Nataluzzu, che non era certo un delinquente o un uomo cattivo. Anzi, tutt’altro.
Fisico esile, viveva di espedienti e di piccoli furti che le vittime, però, erano sempre pronti a perdonargli. I ricavi gli servivano per le sigarette o per i video giochi. I suoi due unici vizi. Né donne, né alcool ma nemmeno lavoro. I fratelli, che hanno un’avviata attività al nord, non sono mai sono riusciti a distoglierlo da questo andazzo negativo. Divideva l’abitazione di Pietremarine, con i genitori con i quali i rapporti erano buoni anche se i familiari non erano contenti della sua scelta di vita. In sostanza gran parte della pensione dei genitori finiva nelle sue tasche.
Primo di cinque fratelli, Natale, era molto conosciuto. Frequentava spesso il centro urbano dove cercava lavori saltuari e dove trovava sempre qualcuno pronto a dargli una mano. E lui ricambava con un sorriso ed una stretta di mano. Chi ha potuto uccidere con tanta ferocia? E perché? I modi con il quale è stato effettuato l’omicidio, fanno pensare ad una spedizione punitiva.
I killer lo hanno atteso rincasare per ucciderlo. Quello era il loro intento.
Natale
non era solito frequentare cattive amicizie ma non è escluso che negli ultimi tempi possa avere avuto dei contatti con la microcriminalità. Gli inquirenti indagano a 360°, anche nella sua vita privata, non tralasciando nulla. Neanche un possibile gesto folle di qualcuno esasperato, vittima dei suoi piccoli furti. Nella giornata di ieri i militari hanno provveduto ad interrogare amici e gestori dei locali che Sposato frequentava spesso. Al momento, però, non è emerso alcun indizio che possa portare alla soluzione di questo efferato delitto.





PUBBLICATO 28/09/2008

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