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Riprendiamo il camino per costruire una sinistra che guardi al futuro con una nuova cultura di governo.

Franco Maiarù
Foto © Acri In Rete
Il risultato elettorale del 13 e 14 aprile 2008 è stato per il centro sinistra ed in particolare per la Sinistra Arcobaleno un duro colpo.
Questo risultato e le cause che lo hanno determinato devono essere attentamente analizzate. In primo luogo, nonostante i sicari di Prodi siano stati Dini e Mastella, è stato un gravissimo errore, un vero "delitto politico", aver compromesso il governo con la decisione di Veltroni di aprire il tavolo delle trattative per la riforma della legge elettorale con Berlusconi in un momento di grande difficoltà del centro sinistra.
A questo si è sommato un non meno rilevante problema, per la seconda volta consecutiva la classe dirigente del centro sinistra ha trasformato l'azione di governo in una eccessiva competizione, anzi, in un vero campo di battaglia.
Basti pensare alla mobilitazione sul protocollo sociale contro il sindacato e contro il voto di 5 milioni di lavoratori.
Sul piano del risanamento economico, si è voluto ripetere la logica dei due tempi, prima il risanamento e poi lo sviluppo e la redistribuzione sociale delle risorse. Bene: il rapporto deficit/pil è passato in poco più di un anno da oltre il 4% al 2%. Un buon risultato per la BCE ma un disastro per lavoratori, cittadini e imprenditori onesti.
Così facendo è stata aperta un' autostrada a Berlusconi e alle destre.
Il popolo della libertà e la lega stravincono le elezioni, il PD resta inchiodato a oltre 9 punti di distanza, la Sinistra Arcobaleno subisce una sconfitta storica e per la prima volta nella storia repubblicana non è rappresentata in parlamento.
A questo punto che fare? Penso che sia necessario e non più rinviabile, aprire un fase costituente convocando assemblee territoriali per avviare una riflessione vera su come oggi sia possibile costruire una presenza autonoma della sinistra rispetto al PD.
Quale sinistra dobbiamo costruire?
Certamente non una sinistra minoritaria e di testimonianza, ma una sinistra unitaria e plurale che rappresenti parti grandi della società italiana e che tenga lo sguardo sul mondo, che diventi parte ineliminabile della storia d'Italia e che guardi al PD non come un nemico, ma come un alleato, perché la costruzione di un nuovo centro sinistra dovrà essere il nostro spazio di azione politica.
Da qui si deve ripartire, per questo scopo il 5 maggio 2007 è nata SD. Occorre riprendere il lavoro con umiltà e realismo coinvolgendo tutte le compagne e i compagni che hanno creduto nel progetto di S.D. con l'ambizione di voler continuare a far vivere gli ideali di una sinistra vera.
Per ricominciare bisogna avere chiare le ragioni della sconfitta e definire con chiarezza qual è la proposta politica che vogliamo rimettere in campo.
Bisogna fare presto prima che sia troppo tardi.

PUBBLICATO 14/05/2008

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