C'è un paradosso nella crisi politico - amministrativa del centrosinistra ed è il silenzio, quasi obbligato, del suo socio di maggioranza. Il Partito Democratico, il cui gruppo consiliare si è costituito nell'ultima seduta del consiglio comunale, ha le mani legate nella gestione di questa delicata fase. Il coordinamento creato per la campagna elettorale ha finito il proprio mandato e non ha più alcun potere, se non quello di discutere in maniera puramente accademica. Fino a quando da Roma non si avrà il via libera per la costituzione ufficiale dei circoli, nessuno è nelle condizioni di decidere, fosse anche il colore delle pareti. Non esiste, in sostanza, ad Acri, come in altre realtà, una classe dirigente legittimata a essere tale da un congresso.
E questo significa che proprio nella fase in cui la presenza del Partito Democratico era necessaria nel fare chiarezza in un centrosinistra in cui la chiarezza si manifesta solo episodicamente, il maggior partito della coalizione è ridotto praticamente al silenzio. Certo, questa situazione certifica immobilismo ufficiale, ma qualcosa sott'acqua si muove. Anche nel centro presilano la nascita del Partito Democratico coinciderà con quella di diverse anime, cioè delle tanto vituperate correnti, comunque necessarie a dar vita a una sana dialettica interna. In una riunione informale, convocata solo “per vedersi e parlarsi”, sono emerse almeno due letture della crisi in cui il centrosinistra versa al Comune.
Acquisito il dato che continuando così non si andrà da nessuna parte, c'è chi ha proposto una immediata rivisitazione delle alleanze che accompagni la maggioranza alla fine naturale della legislatura e chi ritiene invece necessario completare i cinque anni con gli stessi compagni di strada e poi si vedrà. Si parla, e non poco, di una possibile alleanza con l'Udc, ma per una concreta possibilità, di cammino occorrerà ancora percorrerne tanto. Certe situazioni vanno metabolizzate e gestite con grande pazienza e determinazione.
Imporle dall'alto, dall'oggi al domani, sarebbe un errore da dilettanti, della cui responsabilità nessuno è pronto a farsi carico. Nel caso in cui questa ipotesi non dovesse andare in porto, c'è la possibilità di correre da soli, così come ha fatto Walter Veltroni a livello nazionale.
Anche questa opzione tuttavia presenta insidie non indifferenti e implica un partito fortemente coeso e in grado di presentarsi agli elettori in forma granitica. Quel che oggi appare quasi certo è che non vi siano le sia pur minime condizioni per riproporre il medesimo cartello, costituito dagli stessi partiti che non perdono occasione per litigare e mettere in difficoltà sindaco e assessori. Rimane l’attesa per vedere come si evolverà la situazione nel centrosinistra e soprattutto quali saranno le linee di pensiero che avranno la meglio sulle altre.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 11-05-2008.