RECENSIONE Letto 1319

Presentato il libro: Eqrem ҫabej, tra gli albanesi d'Italia


Foto © Acri In Rete



Domenica 24 ottobre č stato presentato, su iniziativa della Federazione Associazioni Arbėreshe, presso la sala conferenze di Villa Marchianņ a San Demetrio Corone, il libro: Eqrem Ҫabej, tra gli albanesi d’Italia (Editore: Besa Muci, curatela e prefazione di Matteo Mandalą, traduzione - tranne due studi tradotti direttamente dall'autore- di Giovanna Nanci, Bari, ottobre 2021).
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco, dott. Ernesto Madeo, sono intervenuti il Presidente della F.A.A.. Damiano Guagliardi, il prof. Francesco Marchianņ, del direttivo F.A.A., e la figlia dello studioso di origine albanese, Brikena Ҫabej.
I lavori sono stati coordinati dal giornalista pubblicista, prof. Gennaro De Cicco. Operatore video: Mimmo Trapasso.
Il volume sugli Albanesi d’Italia, studi e ricerca sugli arbėreshė comprende una raccolta completa dei numerosi contributi che nel corso degli anni l’autorevole studioso albanese produsse sulla storia, la lingua, la letteratura e la cultura degli arbėreshė. Un lavoro editoriale che pone chiarezza – ha affermato Damiano Guagliardi – sulla popolazione migrante albanese. A dare una risposta sulla loro provenienza: gli studi linguistici ed etimologici, che scoprono nell’elemento autoctono il vero caposaldo e danno soluzione all’interrogativo.
Eqrem Ҫabej (1908-1980) si occupņ del mondo degli italo-albanesi all’inizio dei suoi studi, discutendo la sua tesi di dottorato presso l’Universitą di Vienna.
Il giovane Ҫabej inizio le sue ricerche, partendo da Piana degli Albanesi (PA). Raccolse poi testimonianze sulla provenienza degli arbėreshė in altre comunitą, attraverso studi etimologici e lessicali, studi sulla dialettologia e sulla toponomastica per rafforzare il concetto dell’origine degli arbėreshė, all’interno dei propri ampi confini albanesi, precisa il prof. Francesco Marchianņ, citando nel suo intervento anche eminenti studiosi, come Strabam Demiraj ed altri
A San Demetrio Corone, come testimoniano le immagini fotografiche di quel periodo, partecipņ all’evento Prima Settimana di Cultura Arbėreshe, organizzato da papąs Giuseppe Faraco, (direttore della rivista Zjarri, dove lo stesso Ҫabej scrisse nel 1977 un articolo dal titolo Gli italo-albanesi e le loro parlate) con il patrocinio della sezione dei commercianti e con la collaborazione di Radio Libera Skanderbeg.
Gli scritti del Ҫabej sono ancora un punto di riferimento per qualsiasi studioso che si interessi della collocazione della cultura e della lingua albanese nel contesto balcanico e indoeuropeo. Il suo č stato un vasto lavoro di ricerca che va dai testi scolastici sulla letteratura e sulla lingua allo studio dei testi antichi, come il Messale di Gjon Buzuku, primo libro albanese da lui resi noto. Il suo Studime etimologjike nė fushė tė shqipes, Studi etimologici nel campo dell’ albanese) č una vera enciclopedia della lingua albanese.

PUBBLICATO 25/10/2021  |  © Riproduzione Riservata

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