OPINIONE Letto 4509

Soddisfazioni


Foto © Acri In Rete



Sono giornate queste di grande fermento nella politica locale. Cambiano gli assetti nella maggioranza che guida il Comune.
Nella stessa infatti si registrano movimenti sia in uscita che in entrata. Ad esserne ormai fuori, non senza polemiche, (leggi qui) i consiglieri Caiaro e Intrieri.
Mentre in procinto di entrare a far parte dell’esecutivo è il Prof. Bonacci rappresentate di Articolo Uno, (leggi qui) partito che le urne avevano collocato all’opposizione.
Questo “avvicendamento” all’apparenza sembrerebbe una notizia clamorosa, per molti certamente lo è.
Non sorprende invece chi ha seguito le dinamiche della politica fin dal momento dall’insediamento della nuova Amministrazione.
Già da tempo, infatti, anche in Consiglio Comunale erano in corso stilettate pungenti tra l’ing. Intrieri e il prof. Bonacci.
Segnali eloquenti, insieme a quelli di apertura fatti dal Sindaco all’opposizione, che lasciavano intuire un possibile epilogo del genere.
Stoccate insidiose, che avevo già segnalato in un precedente articolo rivelatosi sin nel titolo “Scintille”, premonitore (leggi qui). Trovo adesso sorprendente che le cosiddette “convergenze a sinistra” vengano considerate una novità.
Possono, semmai, destare sconcerto per alcuni, ma certamente non possono rappresentare una sorpresa. Chi vuol far credere il contrario, cazzeggia.
Naturalmente, sullo spinoso argomento non sono mancate le prese di posizione, espresse, come si può leggere, anche su questo giornale.
Tuttavia, al momento, non si evidenzia nessuna dichiarazione da parte del prof. Bonacci, protagonista principale di questa convergenza.
Forse perché Bonacci, da politico navigato, sa bene quali siano i tempi della politica, ed è consapevole che il silenzio a volte può essere un elemento prezioso.
Resta comunque da capire se i suoi elettori siano, come gli iscritti al partito, in linea con la decisione assunta.
Certamente Il professore conosce come siamo fatti gli acresi, sa dunque che da noi le polemiche, anche le più aspre, hanno un effetto fiammifero.
Si infiammano subito, ma alla fine hanno la stessa durata che può avere un rapporto occasionale con una avvenente sconosciuta, intenso ma breve! In altre parole, all’occorrenza, bisognerà avere solo un po’ di pazienza, e aspettare che inevitabilmente tutto scorra.
“Calati juncu ca passa la china”
dicono in Sicilia. Piegati giunco che passa la piena.
Del resto basta guadare quello che è successo con il dissesto. Inizialmente si è fatto fuoco e fiamme, oggi, nonostante le pesanti conseguenze, è già stato metabolizzato.
A proposito di dissesto, pare che nell’anno 2005 pur avendo il Comune un debito di ben 17 milioni di euro, l’Amministrazione all’epoca non ritenne (al netto della diversa funzione che nel tempo ha assunto la Corte dei Conti) di doverlo dichiarare. Paradossalmente, nel 2016 fu invece dichiarato per “soli” 10 milioni di euro circa.
Una cosa comunque è certa, oggi bisogna onorare più di un mutuo per una cifra che va ben oltre i 16 milioni di euro.
Fardello questo, che grava fin dal 2014 sulle spalle di noi cittadini.
Considerato che le ultime rate scadranno l’anno 2044, vuol dire che questo conto salato lo pagheremo non solo noi, ma anche i nostri figli!
In fondo, non sono anche queste soddisfazioni?

PUBBLICATO 14/02/2019  |  © Riproduzione Riservata

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