Sempre e soltanto dalla parte dei Lavoratori
Pino Capalbo
E’ con profondo rammarico che leggo quanto riportato in una nota dalle sigle sindacali, Nidil CGIL Calabria, Felsa CISL Calabria e UILTemp Calabria, sull’avvio del procedimento per la contrattualizzazione dei lavoratori precari appartenenti alla Legge 15. Il rammarico è dettato dalla constatazione che purtroppo si offre una ricostruzione dei fatti volutamente distolta, e per nulla corrispondente alla realtà. Intanto è inaccettabile che si punti il dito contro il sottoscritto e lo si accusi di voler far passi indietro su una stabilizzazione e contrattualizzazione che invece abbiamo già dimostrato sta a cuore del sottoscritto e dell’intera amministrazione, che in questi anni ha lavorato per consentire il superamento del precariato dei propri lavoratori, procedendo alla stabilizzazione di ben 78 lavoratori, 68 LSU/LPU e 10 appartenenti al bacino della Legge 31. I 68 lavoratori ex LSU/LPU sono stati contrattualizzati a 15/17 ore settimanali, e solo dopo circa un anno, grazie all’impegno e al lavoro messo in campo dalla mia Amministrazione, è stato possibile con fondi di bilancio aumentare loro il monte orario e portarli a 25/26 ore settimanali, con un contratto ed una retribuzione oggi più che dignitosi. Un aumento di ore che ha consentito di superare il contratto part-time e quindi ha previsto la possibilità per le categorie superiori di vedersi riconoscere anche responsabilità di settore. Nella giornata di mercoledi 3 maggio u.s., siamo stati convocati in Regione dall’Assessore al Lavoro della Regione Calabria, Dott. Giovanni Calabrese, unitamente al Sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, alla presenza anche e soltanto del Direttore Dipartimento Lavoro e Welfare, Dott. Roberto Cosentino. Nel corso della riunione siamo stati informati delle azioni che la Regione Calabria sta studiando al fine di portare a termine la procedura di contrattualizzazione dei lavoratori Legge 15, in modo da arrivare ad un superamento definitivo della loro condizione di precarietà. Nel corso dell’incontro ci è stato riferito che al vaglio ci sono due ipotesi. La prima (peraltro già nota a tutti) è quella di un assorbimento dei lavoratori, che ammontano a 108 unità per il Comune di Acri e 350 per il Comune di San Giovanni in Fiore nel bacino di Calabria Verde, ad invarianza della spesa, sfruttando i posti che rimarranno vacanti dai pensionamenti. Ci è stato riferito però che tale ipotesi è allo studio del Direttore di Calabria Verde, Dott. Giuseppe Oliva, che sta valutando e verificando se sia davvero concreta la possibilità di un inquadramento dei lavoratori nel profilo idraulico-forestale, dal momento che tale assorbimento e successivo inquadramento comporta il riconoscimento non solo della retribuzione base ma anche di ogni indennità prevista dal corrispondente CCNL. E in ogni caso ci è stato riferito che laddove lo studio dovesse dimostrare che l’assorbimento in Calabria Verde è sostenibile, non saranno garantite convenzioni con i Comuni sinora utilizzatori del bacino. Questo significa che tutti i lavoratori saranno a disposizione solo ed esclusivamente di Calabria Verde che potrà decidere di utilizzarli laddove necessario. La seconda ipotesi al vaglio della Regione Calabria riguarda la possibilità di creare una società in house, costituita tra i due Comuni maggiori utilizzatori del bacino, ovvero il Comune di Acri ed il Comune di San Giovanni in Fiore. Una Società a totale partecipazione pubblica, che assumerebbe i lavoratori, consentendo in tal modo di superare l’ostacolo della mancanza di posti in pianta organica e utilizzerebbe il contributo messo a disposizione e storicizzato dalla Regione, ovvero € 11.157,24 cadauno. Questo comporterebbe la stipula di contratti che andrebbero a prevedere una retribuzione mensile di € 630,00 per tre ore di lavoro giornaliero. Naturalmente questa posizione sarebbe solo un inizio, con possibilità poi per i Comuni man mano che avranno la capienza in termini di posti vacanti, di aumentare le ore così come è stato fatto per gli ex LSU/LPU. Del resto questa contrattazione che, prevede una retribuzione mensile pari a € 630,00 per tre ore di lavoro al giorno, è quella che è stata attuata per i lavoratori della Legge 31 che sono stati stabilizzati di recente, tranne i tre autisti per i quali le ore sono state aumentate, in considerazione della necessità di garantire l’efficienza di un servizio indispensabile come il trasporto dei bambini dell’infanzia. Non pensavo che per poter convocare i lavoratori e riferire loro quanto riferitomi dall’Assessore Regionale, Dott. Calabrese, avrei dovuto chiedere l’autorizzazione alle organizzazioni Sindacali. Ritengo che la battaglia contro il precariato sia una battaglia comune, che deve mettere al primo posto la necessità di lavorare in sinergia al fine di raggiungere l’obiettivo condiviso di tutelare i lavoratori e il loro diritto ad una tanto attesa stabilizzazione. Rispetto il ruolo e il lavoro che le organizzazioni sindacali stanno portando avanti al riguardo, ma non accetto strumentalizzazioni perché non è mai stato assunto dal sottoscritto un atteggiamento che possa essere tacciato di mancata collaborazione o indisponibilità a confrontarsi su quella che possa essere indicata come la soluzione migliore per i lavoratori. L’incontro tenutosi con i lavoratori nella stessa giornata di mercoledì è stato organizzato al fine di riferire loro quello che mi era stato detto in Regione. Ed è stato riferito loro, in tutta serenità e piena consapevolezza da parte degli stessi lavoratori intervenuti, che nulla è stato ancora deciso, e che le due ipotesi sono allo studio della Regione e del Direttore di Calabria Verde. È stato detto loro che l’ipotesi della costituzione della società in house tra i due comuni verrà portata aventi come subordinata, solo nell’eventualità che l’assorbimento dei lavoratori del bacino di Calabria Verde non dovesse risultare concretizzabile. Così come è stato riferito che qualunque ipotesi verrà ritenuta concreta e fattibile per garantire il superamento del precariato, i lavoratori saranno comunque liberi di decidere se aderire o meno, potendo scegliere anche di continuare a rimanere senza contratto, con una retribuzione media di € 960,00 mensili, per 20 giornate di lavoro mensili. Nel corso dell’incontro non è stata perorata alcuna prospettiva a danno di altre. Non è stato detto l’una è migliore dell’altra. Mi sono preoccupato di riferire loro l’esito di un incontro tenutosi in Regione di cui tutti erano a conoscenza e ho riportato in maniera trasparente quanto dettomi dall’Assessore Calabrese. Non è corretto dunque parlare di passi indietro perché per questa amministrazione la tutela dei propri lavoratori è e rimane un obiettivo importante, e si cercherà di fare tutto il possibile perché i propri lavoratori superino questa situazione di precarietà che da troppi anni li mortifica ed umilia. Continueremo a difendere i diritti dei nostri lavoratori, a rimanere a loro fianco e saremo pronti ad accettare la soluzione che si riterrà fattibile, tenendo presente solo ed e esclusivamente l’interesse dei lavoratori.
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PUBBLICATO 05/05/2023
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