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La lettera dell’Arcivescovo Nolè ai religiosi, ai sacerdoti, ai diaconi

Foto © Acri In Rete
Mons. Francesco Nolè
Carissimi Fratelli Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Seminaristi, il Signore vi dia pace! Riflettendo sulla tristezza della prima domenica senza attività pastorale, ho pensato di rivolgervi alcune riflessioni per incoraggiarvi a vivere al meglio questo tempo di forzata clausura.
Ai cari Sacerdoti anziani e sofferenti vorrei dire: se, come diceva Terenzio, “senectus ipsa morbus”, noi possiamo aggiungere che la fase della vita che state sperimentando è anche il tempo della tenerezza e della restituzione a Dio dei tanti doni che ci ha elargito, attraverso la sofferenza, la preghiera e il sacrificio della vita, offerti a Lui per la Chiesa.
A voi Sacerdoti in trincea, Parroci, Vicari, Collaboratori, Cappellani, Insegnanti, dico che questo è il tempo sempre desiderato e mai avuto, per fare sintesi della propria vita e delle proprie attività.
Tempo per leggere, aggiornarsi, sistemare archivi e registri parrocchiali, mostrare più che mai vicinanza e misericordia alle persone più deboli con i mezzi disponibili.
Ai Giovani Sacerdoti ricordo che questo è un tempo donatoci per la verifica, per la ricarica spirituale e culturale.
E’ il tempo della speranza che va oltre il buio di questi giorni, rafforzando i vincoli di fraternità sacerdotale, come già state facendo con i mezzi di comunicazione.
Ai Seminaristi ripeto di coltivare la vostra vocazione con la preghiera, lo studio e il buon esempio dato in famiglia, come testimonianza di una vita di servizio e di generosa partecipazione alla vita familiare.
Incoraggio i Diaconi permanenti a riscoprire il Sacramento del Matrimonio attraverso la comunione coniugale e dell’Ordine sacro attraverso le norme liturgico-pastorali, che spesso ci creano difficoltà pratiche nelle celebrazioni liturgiche.
Questo è il momento favorevole per farlo, coinvolgendo anche la famiglia.
Ai Religiosi\ e ricordo che la fraternità vera si costruisce con l’umiltà, il servizio reciproco, l’ubbidienza e la carità fraterna, che possiamo esercitare in questi giorni di forzata restrizione di spazi, per allenarci a farle diventare vita quotidiana, nel futuro prossimo.
A tutti voglio donare una parola di coraggio e di speranza, certi che il Signore non abbandona coloro che si affidano a Lui, specialmente se ricorrono all’intercessione e al Patrocinio della sua Santissima Madre, la Beata Vergine Maria. Vi saluto e vi abbraccio nel Signore.

PUBBLICATO 15/03/2020





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