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Sindaco in evidente stato confusionale

Foto © Acri In Rete
Luigi Caiaro - Giuseppe Intrieri
Dopo avere ascoltato l’intervista del Sindaco di Acri, siamo stati pervasi da una duplice sensazione: da una parte un sentimento pio, di umana comprensione per un uomo in evidente stato confusionale, dall’altra il compiacimento per avere sentito, in ultima analisi, il primo cittadino ammettere, in mezzo a tante castronerie, che andremo ad analizzare, una serie infinita di errori e ripensamenti. Se umanamente ci sentiamo di comprendere la situazione, politicamente siamo costretti a fare il nostro dovere e tirare le somme di quanto ha detto il Sindaco. Andiamo per ordine.
1) PROBLEMA ACCORPAMENTO SCOLASTICO.
Con un candore infinito, Capalbo sostiene di essere stato lui – e qualche suo nuovo compagno di ventura – a “suggerire” al Consiglio d’Istituto dell’ITCG Falcone di proporre l’accorpamento con Bisignano, perdendo una dirigenza e rendendo una scuola di Acri succursale di Bisignano.
Finalmente un po’ di chiarezza sulla dinamica dei fatti e sulla paternità di un’operazione scellerata.
Il Sindaco, poi, ammette candidamente che, mentre proponeva questa nefandezza, non era a conoscenza del numero degli alunni(nonostante l’apporto del neo-assessore alla pubblica istruzione esperto in materia), ora ha studiato, li conosce e propone ciò che in realtà era una nostra proposta sui media di qualche giorno fa, ossia l’accorpamento tra scuole di Acri.
Contrariamente a quanto confusamente ipotizzato dal Sindaco, il problema va affrontato in maniera diversa, più ampia e più armonica al fine di rendere le istituzioni scolastiche, per i prossimi anni a venire, inattaccabili dai ridimensionamenti dovuti al calo fisiologico della popolazione scolastica.
Meglio tardi che mai, comunque, e siamo felici che il Sindaco, non “sua sponte”, ma sotto l’ennesima spinta delle critiche, si sia ravveduto.
Il 2019 verrà ricordato come l’anno dei ravvedimenti del primo cittadino. Prima l’ecodistretto, poi le scuole.
2) ECODISTRETTO.
Imbarazzante farsa messa in scena dal Sindaco sul tema. In pratica, prima se la prende con i detrattori, sostenendo che Acri si pentirà domani di avere perso un’occasione, poi, sotto la valanga di critiche, ha fatto marcia indietro, rinunciando al referendum, che pure aveva ipotizzato.
Alla domanda dell’intervistatore sul perché non sia stato indetto il referendum, il primo cittadino balbettava, incapace di argomentare l’unica spiegazione, ossia il fatto di non averlo indetto per la matematica certezza di un verdetto negativo, che sarebbe stato identificato come un implicito giudizio sull’amministrazione. Coperto dalle critiche, Capalbo ha fatto marcia indietro e oggi, un po’ confuso, si divide tra recriminazioni e dietrofront.
Grazie alle prese di posizione di tutta la città, anche questo scellerato progetto è abortito.
3) EDILIZIA SCOLASTICA E GROSSOLANI ERRORI.
Il tema dell’edilizia scolastica, affrontato dal sindaco, è forse il più penoso. In pratica, Capalbo ammette la sostanziale inutilità, per carenza di alunni, della ricostruzione della Scuola di Padia e di quella di Duglia, travolte entrambe da un naturale declino legato alla carenza di alunni. Ben altri sono gli interventi e le attenzioni che meritano questi due quartieri!!!! Si è trattato politicamente di una cambiale elettorale, che aveva firmato e che ha dovuto “onorare”, mentre, contestualmente, ha depauperato San Giacomo dei fondi assegnati per la ricostruzione della scuola primaria, limitandosi a un semplice adeguamento di una piccolissima ed insignificante struttura.
4) UFFICIO DEL LAVORO
Il Sindaco ammette, dopo la carica di schiaffi ricevuti dai cittadini sui social, che l’Ufficio del lavoro non eroga più servizi, è una realtà virtuale. A sentire il primo cittadino, sarebbe stato lui, col suo “acume”, ad intercettare il problema. Le cose sono andate, anche qui, diversamente. Il Sindaco si è mosso, tardivamente, dopo le rimostranze di un’intera popolazione, anche se oggi si presenta come il “salvatore della Patria”, colui che autonomamente avrebbe intercettato il problema. Siamo ben oltre il ridicolo!
5) ANTICIPAZIONI DI CASSA E PRELUDIO DI UN NUOVO DISSESTO.
L’amministrazione Capalbo sta riuscendo in un altro capolavoro, ossia quello di indebitare nuovamente il Comune e le future generazioni. In due anni e mezzo ha raggiunto la poco invidiabile cifra di 3 milioni di anticipazioni di cassa, ossia soldi che il Comune si è fatto prestare dalle Banche, che dovrà restituire con interessi. Per chiarezza, occorre ricordare che questi nuovi debiti nulla c’entrano col dissesto, che è storia a parte. Da gennaio 2017 il Comune di Acri è ripartito da zero da un punto di vista debitorio. Praticamente, è stata utilizzata tutta l’anticipazione di cassa. Storicamente, tutti i comuni che sono ricorsi al 100% dell’anticipazione di cassa, sono stati travolti dal default. Questi tre milioni di euro di anticipazione di cassa, ossia di debiti contratti, sono un “regalo” che Capalbo ha inteso fare a chi, ingenuamente gli ha dato fiducia.
Facciamo qui punto, lasciando ai cittadini le conclusioni.
Acri ha conosciuto, negli anni, varie tipologie di amministratori, alcuni capaci, altri meno, ma in nessun caso, storicamente, si era mai verificata una situazione come quella presente, un mix di incapacità e delirio, che sta costando caro ad un’intera città.

PUBBLICATO 17/10/2019





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