L’alberghiero deve chiudere?
Attivisti Acri 5 Stelle
Dopo il nulla di fatto dell’incontro di venerdì scorso, gestito forse in maniera approssimativa, visto il tema così sentito, durante il quale le parti in causa si sono rimpallate ognuna le proprie responsabilità, con sullo sfondo studenti e genitori delusi da questo “risultato”, cerchiamo di fare un po’ ordine nella vicenda Alberghiero.
E’ da premettere che, ogni nuovo indirizzo di studi, ha bisogno di una fase di “rodaggio”, e non è detto che lo stesso abbia o meno successo. Così si è sempre fatto. Discorso completamente diverso per l’alberghiero che ha avuto un trend di crescita assolutamente positivo, con molti iscritti anche dai comuni vicinori ad Acri. La posizione dell’istituto superiore IPSIA-ITI-IPSEOA. Il dirigente scolastico, prof. Giuseppe Lupinacci, ha espresso le proprie posizioni e tutto l’iter che ha portato alla creazione del nuovo indirizzo alberghiero ad Acri. Ha ricordato che, gli allora consiglieri provinciali Tenuta e Capalbo (attuale sindaco), hanno richiesto l’istituzione del nuovo corso alberghiero ad Acri. Successivamente la stipula, nel giugno 2016, della convenzione tra la Provincia e l’allora giunta Tenuta, per la concessione a titolo gratuito dell’immobile dove risiede il Giudice di Pace e INPS. Il DS Lupinacci, chiede alla Provincia, responsabile per l’edilizia e la gestione degli istituti scolastici superiori di secondo grado, con la quale ha instaurato una corrispondenza pressoché costante negli ultimi 2 anni, l’individuazione di locali idonei all’installazione delle cucine, anche nell’attuale plesso alberghiero, ed anche con la ridistribuzione degli spazi con la sede centrale di via Scervini. Il dirigente ha preso formale impegno, verso il Comune, di non chiedere altri spazi all’interno dell’attuale struttura che ospita l’alberghiero. Il DS Lupinacci, afferma di non aver presentato nessuna richiesta alla Provincia per chiedere la concessione dei locali del Liceo Classico, ma una ricognizione su tutti i plessi degli istituti scolastici di Acri di propria competenza. Egli afferma, inoltre, di non aver chiesto mai al Comune lo spostamento degli uffici del Giudice di Pace e dell’INPS, a palazzo Falcone-Sanseverino, per far posto all’alberghiero. Questa ultima opzione, peraltro, garantirebbe gli spazi necessari alla crescita dell’Istituto alberghiero, ma è anche giusto che il Comune possa disporre dei propri immobili nella maniera che ritiene più consona. La posizione del Comune. Il sindaco Capalbo, dal canto suo è stato abbastanza chiaro, egli infatti chiama in causa la Provincia che deve necessariamente risolvere la questione dei locali, che non può essere addossata in toto al comune. Siamo concordi con questa analisi, ma vogliamo ricordare al Sindaco, che essendo in essere una convenzione, anche se controfirmata dal suo predecessore, occorre che venga onorata fino in fondo. Inoltre, essendo responsabile della vigilanza dell’obbligo scolastico, ai sensi della normativa vigente, deve adoperarsi, come ha sempre fatto, per risolvere la questione in oggetto. La versione della provincia. L’ing. Carravetta, tecnico responsabile del settore edilizia scolastica della provincia di Cosenza, ha fatto un discorso pressoché “politico”, mettendo sul piatto una sola soluzione nell’immediato: una convenzione con un privato. Per un ente privo di liquidità, che pare dovrà pagare ancora un affitto salato di 150mila euro annui per la vecchia sede del Geometra in zona Seggio, per altri 2 anni e mezzo, stipulare una convenzione con un ristorante non è la cosa più logica da fare. A questo aggiungiamoci i disagi ed i pericoli derivati dal trasporto, soprattutto nei mesi invernali, da e per il ristorante che si trova a 10 Km dal centro di Acri, risulta una grave preclusione del diritto allo studio. L’ing. Carravetta, propone anche di attendere febbraio prossimo per vedere “quanti sono gli iscritti all’alberghiero”, è come se per aggiustare una strada dissestata si attendessero di conoscere i flussi di auto sulla stessa per i successivi 6 mesi, a quel punto è ovvio che non sarebbero economicamente compatibili. Meglio farebbe l’ing. Carravetta a dire che l’alberghiero va chiuso! Eppure, già l’estate scorsa è stata presentata da parte della Provincia una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) per la realizzazione dei lavori per l’installazione della cucine nell’attuale plesso alberghiero, bloccata e poi sbloccata in maniera apparentemente inspiegabile dagli uffici comunali preposti. E’ bene ricordare alle parti, che negli uffici della provincia, il 29 ottobre scorso, alla presenza del presidente Provincia, del Sindaco, del Dirigente Scolastico e di una rappresentanza di genitori, è stato trovato un accordo verbale, affinché le cucine venissero realizzate nei locali dell’attuale alberghiero. Inspiegabilmente, Provincia e Comune ritornano sui loro propositi, cosa è successo nel frattempo? In tutta questa vicenda la maggioranza degli studenti di alberghiero e Classico, si sono dimostrati abbastanza maturi riconoscendo i “cattivi maestri” e sono riusciti a non cadere nel tranello predisposto dai vecchi “volponi” della politica! Cosa avrebbero pensato i Benpensanti del fatto che 50 anni ci si fosse opposto alla crescita del Liceo Classico, cosa che sta venendo adesso con l'Alberghiero. In questa vicenda non si tratta di togliere spazio alle altre scuole, si tratta solamente di dare quelli che spettano per legge e rispettare il diritto allo studio, nulla di più. Se l'alberghiero “tira” come indirizzo vuol dire che c'è una platea di ragazzi che vuole fare il cameriere, il cuoco o il pasticciere, percorso che non preclude loro la scelta di facoltà universitarie professionalizzanti, bisogna rispettare questa loro aspirazione. Le diatribe personali o politiche non devono ricadere sugli studenti! Gli studenti della alberghiero chiedono solo i locali, per poter installare le cucine già acquistate, così da poter esercitare il loro diritto allo studio che sta venendo meno. Suggeriamo a tutte le parti in causa ti mettere da parte lo spirito corporativistico, l’egoistica miopia, per il solo bene collettivo. Dimostrate di voler bene a questa realtà, e sostenetela in ogni modo. In definitiva, se davvero si vuole, una soluzione adeguata a questa situazione la si può trovare, altrimenti si rischia seriamente di perdere l’ennesima occasione, per una realtà, come quella acrese, già provata da anni di malapolitica, ed i cittadini se lo ricorderanno! Gli studenti del “Professionale”, ormai stufi di questa contrapposizione, lo hanno ribadito con forza: “MENO PAROLE, PIU’ FATTI!”. |
PUBBLICATO 22/11/2018
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