OPINIONE Letto 4838  |    Stampa articolo

Confronto, ti ho conosciuto prima della tua nascita

Foto © Acri In Rete
Giuseppina Aiello
Oggi ho tra le mani l’ultimo numero di Confronto, ancora una volta l’ho riletto, e con la mente sono andata al passato, quando durante le ore pomeridiane in attesa  dell’inizio di una riunione collegiale, a Padia, Peppe e Gina Abbruzzo comunicavano l’intento di pubblicare un giornale culturale locale, esponendoci il carattere, ancora in embrione, che avrebbe avuto. Oltre a me erano presenti altri colleghi, e ancora oggi, dopo quarant’anni rivedo il sorrisetto ironico e la battuta infelice di un collega molto scettico sulla la possibilità di realizzare questa idea.
Ma quel giornale,  dopo qualche tempo nacque, andò in stampa, e all’epoca, leggendo il primo numero ebbi la certezza che sarebbe stata una fonte culturale e amichevole per tanti acritani, dimostrando la superiorità innovativa della famiglia Abbruzzo e la mediocrità, e forse un pizzico d’invidia, del collega ironico.
Caro Confronto hai portato nella mia famiglia tanta cultura, storia, e informazioni di avvenimenti locali di vario genere, ti abbiamo letto tutti. Io in particolare, soprattutto per lo spazio che mi hai elargito in tanti anni, attraverso la rubrica dedicata ai libri e alla sezione “i lettori ci scrivono”. Infatti devo tanto a Peppe e Gina Abbruzzo, a Eugenio Maria Gallo a Pasquale Montalto, che con le loro recensioni, attraverso le pagine di Confronto, hanno reso più belli i miei tascabili valorizzandone il contenuto, cogliendone alcuni aspetti significativi quasi sconosciuti a me stessa. Leggo in prima pagina: Confronto chiude , io mi dico che no, non chiude, ma va solo in pensione; quando chiude un giornale è una luce che si spegne, ma non sarà così perché la luce culturale che tutti abbiamo ereditato non si spegnerà mai.
GRAZIE, scrive Anna Abbruzzo, io mi unisco al suo grazie  e con piacere affermo che nel nostro paese la parola grazie circola da qualche tempo “grazie appunto alle tante realtà cultuali editoriali e non, CONFRONTO,  ma anche il MACA, ACRINRETE, ACRITV,  SMALL ZINE.
Queste realtà non moriranno mai perché la loro storia è, e sarà tramandata attraverso le testimonianze, come tracce indelebili e talvolta intersecate fra loro.
In questi giorni ho riletto il piccolo catalogo “Arlecchino e La Torre Di Babele” pubblicato nell’anno 2005,  dove alla pag. 12,  V. Vigliaturo riportava: “L’incontro con Franco Gaccione, direttore della galleria IKONOS di Acri, invece, è avvenuto grazie alla visita casuale dell’acrese Antonio Barillaro nel laboratorio-vetrina di Chieri, in provincia di Torino dove viviamo. Dopo questa visita Barillaro pubblica un articolo su “Confronto”,  mensile di informazione culturale di Acri, diretto dal prof. Giuseppe Abruzzo, stimato ricercatore della storia e della cultura locale. Dall’incontro con Gaccione è nata un’amicizia concretizzatasi con l’allestimento di alcune mostre nella sua galleria e la grande personale ospitata nel 2002 nella sala delle Colonne di Palazzo SanSeverino Falcone ….”
Come mi è familiare dunque anche la nascita nel MACAAntonio Barillaro, nel 1996, infatti, si trovava a Chieri, ospite di un parente che lo accompagnò nella visita alla bottega-laboratorio dove lavorava abilmente il vetro un acrese, emigrato da Acri molto tempo prima, Barillaro visitando la bottega, rimase meravigliato dalla bellezza dei colori che emanavano due vetrate lavorate dall’abile artigiano, nonché, oggi, stimato artista e nostro concittadino Vigliaturo. Rientrato ad Acri, attraverso le pagine di  Confronto raccontò questa sua esperienza, da cui ebbe inizio il ritorno di Vigliaturo nella sua terra natìa.
Ma facendo un passo indietro, tornando  alla prima pagina dell’ultimo numero di Confronto mi ha colpito il titolo “Esibizione o utilità” di Leonardo Petrone,  il cui articolo mi suggerisce di porre una richiesta al presidente e al comitato del premio Vincenzo Padula: perché non farvi carico della pubblicazione di Confronto, togliendo qualcosa all’“esibizione a favore dell’utilità”, proprio nello spirito di quel prete scomodo quale era Don Vincenzo Padula?  
E ancora mi ha colpito la frase: “I costruttori migliori sono sempre locali, sono i cittadini validi e volenterosi

Ancora mille grazie a Confronto e a tutti coloro che con sacrificio e lavoro producono cultura, pane quotidiano dell’animo umano.

PUBBLICATO 18/05/2015





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