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La pubblica ottusità

Foto © Acri In Rete
Libera Associazione Cittadina Acrese
Quando dei cittadini si recano presso il palazzo comunale per incontrare i propri amministratori, per avere delle risposte alle proprie domande, illustrare soluzioni, ed esprimere critiche, ci si aspetta dalla controparte la piena disponibilità. Ed anche se il confronto è sempre rimasto civile, non si sono avute le risposte che si volevano.
Nell’incontro di lunedì 2 marzo scorso tra il Sindaco, la Giunta e diversi consiglieri di maggioranza, ed una rappresentanza dei cittadini di Acri, è stata messa in evidenza “l’ottusità” di procedere di questa amministrazione, che di fronte a fatti accertati da più fonti (ASP e ARPACal), di fronte alla manifestazione popolare in cui si è ribadito lo stato di malessere della popolazione acrese, e dell’insofferenza per la lontananza dei suoi amministratori, gli stessi si sono trincerati dietro i soliti cavilli interpretativi della norma e al “buco” finanziario che hanno creato le diverse amministrazioni che si sono succedute.
Il Sindaco, sulle bollette dell’acqua, ha attribuito l’errore della sbagliata fatturazione  al programma di gestione delle stesse. Noi riteniamo che dare la colpa alla società Andromeda, fornitrice del software, sia riduttivo. Occorre ricordare, infatti, che i criteri per la stampa delle bollette vengono impostati in accordo tra la società fornitrice ed il Comune, quindi i responsabili dell’ufficio dell’Ufficio Tributi fino ad passando per l’assessore fino ad arrivare al Sindaco, non sono esenti da colpe. Le bollette dell’acqua sballate, inoltre, sarebbero molto di più del 5% affermato, infatti non vi sono solo quelle con consumi nulli, ma anche quelle con consumi inferiori ai 140 mc.
Il sindaco ci ha propinato anche la solita requisitoria sul dissesto finanziario che riguarda si i cittadini di Acri, che devono purtroppo ripianare il debito con le loro tasse, ma le tanto decantate denunce civili, penali ed alla Corte dei Conti, per individuare i veri responsabili del dissesto, nessuno le ha viste.
La sentenza del TAR Calabria, n. 496 del 24/09/2014,  citata nell’incontro dal Sindaco, si è espressa su atti amministrativi commissariali riguardanti la TARES del comune di Siderno, che in buona sostanza sono stati ritenuti validi, anche se approvati in maniere difforme dalla normativa vigente, ed incompleti in diverse parti, anche quelle riguardanti le detrazioni per il mancato servizio. Per fugare ogni dubbio, per noi le delibere del Comune di Acri riguardanti la TARES e la TARI sono corrette, tant’è vero ne chiediamo la loro applicazione.
Il Sindaco ha omesso di citare alcune conclusioni nella stessa sentenza, ovvero che: “…La materia del contendere relativa al gravame avverso gli avvisi di pagamento in epigrafe indicati è di competenza del Giudice Tributario, il quale eventualmente potrà disapplicare l’atto normativo a monte e dinanzi al quale il giudizio potrà essere riassunto ai sensi e con le garanzie di cui all’art. 11 cpa..”. Che tradotto vuol dire: si afferma che il TAR della Calabria ha giudicato atti amministrativi commissariali del Comune di Siderno, che in buona sostanza sono corretti, ma ha ribadito che vi è un conflitto nell’attribuzione sulla materia del contendere. Essendo la TARES e la TARI dei tributi, ogni controversia sulla loro esigibilità va promossa al tribunale contabile, ed in prima battuta alla commissione tributaria.
Nella stessa sentenza vi è riportato anche: “Dagli atti di causa emerge che il Piano Economico Finanziario è stato redatto nel rispetto formale delle Linee Guida del Ministero dell’Economia e delle Finanze….. quanto prescritto nelle dette Linee Guida, se vale sicuramente quale criterio generale da seguire sul piano assiologico, non elimina la valutazione discrezionale che resta intestata all’ente impositore, il quale può modulare il criterio generale secondo la particolarità della singola vicenda e del concreto momento storico-finanziario, nei limiti della apparente ragionevolezza”. Si afferma in pratica che l’amministrazione ha la facoltà di discrezionalità nell’applicazione del tributo in questo periodo di crisi economica.
Pertanto la sentenza del TAR Calabria conferma ulteriormente che la strada da percorrere è quella del ricorso collettivo verso il Comune di Acri nel caso in cui l’amministrazione resti ancora sorda alle nostre richieste.
Il tavolo di trattativa, prospettato dal Sindaco, con la regione Calabria non siamo certo noi a volerlo, è compito dell’amministrazione di inoltrare al governo regionale una richiesta formale di rimborso per il servizio pagato e non espletato, ed eventualmente adire per vie legali verso la Regione. Nel frattempo, noi chiediamo, ancora una volta, che si annullino tutte le bollette TARES e TARI, si applichino le detrazioni spettanti per legge, e si riemettano le nuove con gli importi aggiornati, e poi possiamo partecipare a tutte le iniziative che l’amministrazione intende intraprendere.
In sintesi, vogliamo una manifestazione di reale vicinanza, alla popolazione sofferente, da parte dei nostri governanti, che fino adesso non si è vista. Per concludere, oggi la pubblica ottusità non è solo il titolo di un album di Adriano Celentano, ma purtroppo la consapevole realtà dei fatti.



PUBBLICATO 06/03/2015





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