"Fa più rumore una carezza piuttosto che uno schiaffo"
Filomena Cupelli
Leggendo l'articolo “la nascita di un figlio o una figlia disabile”, ho tirato fuori dalla borsa le mie Winston e le ho tenute accanto. Pensavo di dover fumare tutto il tempo della lettura (e rilettura) dell’articolo e invece mi sono ritrovata con una penna in mano!
Devo ringraziare l'autore dell'articolo perché le sue “allegre” affermazioni rischiano di far dismettere i miei vizi. Il sig. Coschignano scrive che "di solito", un figlio disabile non è una scelta... lasciando intendere che una parte di genitori, invece, decide la disabilità con una scelta ragionata e consapevole, mi piacerebbe sapere se tale affermazione scaturisce da una sua indagine socio-culturale o se, invece, è frutto solo della cinica scelta di far apparire i genitori come dei mostri al fine di approdare ad una generica denuncia della società e dei suoi annessi e connessi. Ogni genitore è impreparato di fronte ad una nascita. Di certo un figlio con patologie porta con sé anche dolore, ma si resti tranquilli, non è mai un momento “luttuoso” (che pena quell'affermazione!). Quella domanda poi: "da dove viene questo bambino che non ci rassomiglia?” sono certa che nessun genitore se l’è mai posta! Contrapponendomi alla lucida (?) analisi, a tratti cinica e spietata, io rispondo così: questi bambini vengono al mondo con la loro unicità cosi come è arrivato il caro sig. Coschignano! Non ci somigliano? Perché, noi riteniamo di essere perfetti? Chi mi conosce sa quanto io sia attaccata ai valori della famiglia, probabilmente è per questo che non condivido tutto ciò che è riportato nell'articolo. Nella mia esperienza diretta, nessun medico consultato mi ha detto “ne faccia un altro e questo lo metta in istituto” (forse il signor Coschignano si riferisce a letture antologiche di fine '8OO), se qualcuno è stato poco professionale o sgarbato si è sentito rispondere a tono e mi ha incitato a cercare il meglio per mio figlio. I medici sono stati sempre scelti anteponendo la professionalità e lo spessore umano con il quale hanno gioito assieme a noi per ogni progresso e, frequentemente, nel vagliare le strutture adatte siamo stati costretti a lunghi viaggi, ma vi assicuro che né io, né le tante persone incontrate in quelle occasioni, abbiamo mai praticato per i nostri figli “terapie esoteriche”! Quello che nell'articolo è definito “impegno assistenziale ossessivo” a me risulta essere una scelta ben ponderata, ed è per questo motivo che tante mamme rinunciano al lavoro. Riconosco che gli aiuti da parte delle istituzioni sono carenti, ma è innegabile che tante donne, pur avendo figli "normali", scelgono di dedicarsi alla casa e alla famiglia. AI signor Coschignano sembra strano la nostra libertà di scelta? Vogliamo parlare dei papà dipinti “in fuga” o "assenti”? Mi spiace deludere! Vorrei che tanti papà venissero descritti per come sono.. presenti, amorevoli e, spesso, non ossessionati da gratificazioni professionali. Per quanto riguarda fratelli e sorelle dei "nostri” figli disabili, ricordo che sono figli amati e posso garantire che non riparano le nostre “ferite narcisistiche”! Non siamo quei mostri di cinismo che cercano di prepararli ad ereditare fardelli pesanti! La loro responsabilizzazione è frutto del vivere in un ambiente sano nel quale il mondo viene presentato con il suo volto reale. La vita, che prevede salute e malattie, fragilità e forza, lacrime e sorrisi. Per quanto riguarda le nostre aspettative, sul percorso degli studi dei nostri figli disabili, c'è da augurarsi solo che possano vedere il loro potenziale non sottovalutato, ed è sintomo di scellerata miopia accusare noi genitori di essere anche colpevoli di “impedire o ipervalutare” le loro personalità! Al signor Coschignano (a questo punto sto fumando la mia sigaretta) vorrei ricordare che in giro ci sono tanti cretini "normali” e altrettanti li vediamo ricoprire incarichi di responsabilità! A questo punto mi pongo una domanda della quale, forse, conosco già la risposta: “ il signor Coschignano parla in qualità di responsabile dell'associazione Raggio di Sole?”. Voglio ricordare che quest'ultima è nata per volere di tanti genitori con figli disabili. Gli eredi del signor Coschignano (fortuna loro!) sono sani ed è solo per questo che giustifico le affermazioni del loro papà (perché non sa di cosa parla). Di sicuro ricopre quel ruolo perché delegato di buona volontà, infatti nobilmente rivendica i diritti altrui. Per mia natura accetto ogni confronto a condizione che si parli di tutti con rispetto. Le nostre strade sono tortuose, difficili da percorrere, piene di ostacoli. Ma abbiamo una vita per combattere, come tutti. Spesso abbiamo avuto i nostri figli in pericolo di vita e ci siamo trovati in ginocchio a pregare il Signore affinché ci desse la forza di continuare a lottare perché quel nostro dolore non sparisse. Quindi, il signor Coschignano non ha diritto di parlare di “lutti”! Auguro a me stessa e a tutte le mamme e papà di non conoscere mai la morte di un figlio. II termine luttuoso potrebbe offendere, a me ha suscitato rabbia perché sarebbe bastata una solenne tirata d'orecchie da parte sua a chi può e non vuole aiutarci. Ora voglio farvi una confidenza… dirò a tutti voi ciò che ripeto spesso ad un amore della mia vita, mio figlio: “AMORE MIO PREPARATI, PERCHE' LE TUE CAREZZE PER TUO FRATELLO, FARANNO PIÙ RUMORE DI UNO SCHIAFFO.' Amore, questo è la vita. Con amore a tutte le mamme, papà, fratelli, sorelle, nonni, zii, amici, di persone straordinariamente abili e alla loro contagiosa gioia di vivere. |
PUBBLICATO 16/02/2015
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