Il Comune chiede un altro prestito. Si tratta del "Fondo di rotazione", che parte da un minimo di due milioni di euro e finisce a un massimo di sei milioni. Perché non è bastato il mutuo di 15milioni di euro, chiesto per pagare i debiti astronomici e salvare il Comune dal dissesto.
Oltre al mutuo trentennale, gli acresi si troveranno sul "groppone" altri soldi da restituire. "Speriamo di liberarci presto del Fondo di Rotazione" afferma il sindaco Nicola Tenuta, rispondendo alle nostre domande. "Lo abbiamo chiesto perché, per uscire dal dissesto, ci sono 4 milioni di euro che non riusciamo a coprire nel breve periodo, perché altrimenti dovremmo tartassare ancora i cittadini.
La nostra richiesta non è ancora stata approvata. Lo sarà quando sarà approvato il piano di risanamento. E'ovvio che è un mutuo che ci accolliamo noi cittadini. Per questo noi amministratori non vorremmo accedere a questo fondo. E'un prestito che ci limita.
Non avremo più facoltà sulle tariffe e avremo una serie di altri limiti. Purtroppo però, ci dicono gli esperti dell'UNICAL, che non avremo possibilità di uscire dal dissesto senza l'accesso a questo fondo. Ma con il Fondo di Rotazione ritorniamo ad essere più commissari che amministratori. Speriamo, dunque, di liberarci presto di questo prestito".