Oltre cento operai del comune denunciano vessazioni ed ingiustizie
Roberto Saporito
La loro è una denuncia è forte: parlano di mortificazioni, vessazioni, ingiustizie. Sono oltre cento lavoratori in forza al Comune di Acri, operai precari facenti parte di un progetto partito nel lontano 2001 finanziato, ancora oggi, dalla Regione.
Sul banco degli imputati l’amministrazione comunale, o meglio una parte di essa. Il loro è un grido di disperazione e di sfogo. Chi racconta i fatti lo fa a nome di tutti i cento lavoratori impiegati in vari settori del Comune: idraulico, elettrico, arredo urbano, trasporto scolastico, pulizia edifici. Costituiscono, insomma, un valido e grande supporto per la macchina comunale. “Eppure, dicono, veniamo continuamente derisi, sottoutilizzati e qualche volta anche puniti per appartenenza politica diversa da quella di chi governa.” Qualcuno di loro ha inteso rivolgersi anche alla Procura della Repubblica. Con rabbia e lacrime di disperazione, ci raccontano quello che non è un lavoro ma un continuo calvario. “I pagamenti non sono mai regolari, la Regione, l’ente che ci paga, invia i soldi solo dopo la rendicontazione del Comune che spesso è ritardataria, assente o errata, sicchè possono passare anche sei mesi prima di ricevere quanto dovuto. Ade esempio, abbiamo la busta paga di agosto 2014 ma in banca non c’è un euro e ci dispiace che né il sindaco né l’assessore al personale non abbiano mai voluto ascoltare le nostre ragioni che abbiamo spiegato ai consiglieri Cavallotti e Viteritti, gli unici dimostratisi sensibili e disponibili. La nostra è una situazione drammatica e precaria anche dal punto di vista fisico e psicologico, ci cambiano le mansioni all’improvviso e continuamente non permettendoci una formazione lavorativa continua, siamo soggetti a continui soprusi e ricatti sicchè viene messo in discussione anche il nostro diritto di protestare o scioperare, abbiamo le competenze ma per dispetti ed angherie siamo sottoutilizzati e beffeggiati persino dagli impiegati. E’ vero che per svolgere un’attività lavorativa occorre avere i requisiti ma è altrettanto vero che per amministrare o dirigere un ufficio bisogna essere idonei e, crediamo, che in questo Comune in molti dovrebbero effettuare un corso di educazione e rispetto verso la persona prima do occupare determinati ruoli.” Fonte Il Garantista |
PUBBLICATO 19/01/2015
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