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L’arte della seduzione vince la guerra: la Lisistrata esplode al liceo Julia.

Fulvio Scarlata
Foto © Acri In Rete
Irresistibile, irrefrenabile, dirompente e, per qualcuno, perfino un po' indecente, ma sempre divertente e comica in maniera intelligente: in una parola la “Lisistrata” del Liceo Julia. Dall'antica Grecia, nella reinterpretazione di Pier Paolo Malito, la commedia di Aristofane piomba nella nostra epoca con un messaggio di straordinaria attualità sugli uomini e la guerra, il ruolo che le donne sono capaci di conquistare, la forza della mobilitazione per raggiungere un obiettivo comune.
Sarà stata la didattica delle insegnanti sul teatro antico, o forse l'attenzione nel riprodurre le vesti dell'epoca, magari il make up o la cura nelle acconciature, fatto sta che l'insieme risulta sorprendentemente esplosivo. Così, a dispetto della dittatura catodica in salsa padana che ci relega a provincia morta dell'Impero (immagine alla quale troppo spesso passivamente ci adeguiamo), i ragazzi figli del web 2.0 colmano un salto temporale di 2500 anni e non solo nella recitazione, ma nei gesti, negli sguardi, nel portamento fanno tornare a vivere, e a farci vivere, origini e radici ellene colpevolmente dimenticate. Il miracolo è l'attualità del testo antico. Aristofane nella commedia racconta il primo sciopero del sesso con cui le donne ateniesi e spartane si riappropriarono del proprio corpo e, nell'emanciparsi da una condizione di subalternità, colsero un risultato sociale: fermare la guerra degli uomini, denunciandone l'inutilità e la stupidità. Le protagoniste sono loro, le donne, con la loro femminilità e i loro desideri, del tutto simili, in materia di sesso, a quelli degli uomini. E, nella messa in scena, tocca alle studentesse del Liceo Julia squarciare il velo dell'ipocrisia, svelando una dimensione delle donne che, da tempo ormai, vivono il proprio corpo e i propri desideri in modi che si specchiano perfettamente nelle antenate greche.
La geniale intuizione di Malito, più ancora che nei dialoganti olisbi priapeschi dei maschi, è nello spacchettare il ruolo di Lisistrata in modo da offrire a tutte le studentesse-attrici un ruolo da protagoniste, con un susseguirsi di battute a dir poco esilaranti. L'unico limite è, forse, in una dizione non sempre perfetta, che fa perdere il gusto di doppi e tripli sensi di sicuro effetto umoristico. Nel complesso, però, l'opera (è proprio il caso di dirlo) è godibile. Bravi tutti gli studenti, con una menzione particolare per Fottino-Francesco e Mirrina-Maria.
Qualcuno tra gli adulti ha giudicato inappropriato un simile testo recitato a scuola, chiudendo gli occhi su una realtà al femminile di adolescenti e non, vissuta in una dimensione affettiva lontana anni luce non solo da scenari bungabungheschi, ma anche dall'overdose di soft-pornografia cui la pubblicità, anche quella del formaggio light sparata durante i cartoon dei bambini, ci ha abituato. I teen ager, invece, nella serata al liceo Julia si sono sganasciati dalle risate. "Non pensavo che a scuola ci si potesse divertire tanto ", il commento di un quindicenne, mentre applaudiva convinto dopo la scoperta che quei testi che si "devono" studiare ci parlano, sotto forma di commedia o poesia, di riflessione, novella, ragionamento filosofico o satira, di eventi, pensieri e costumi strettamente legati alla nostra vita di oggi. Perché, come diceva Italo Calvino è questo che sono i grandi classici: opere che “non hanno mai smesso di dire quello che avevano da dire”.
Ultima annotazione: in un fine settimana qualsiasi, prima lo studio della "Briganta" di Laura Marchianò con il coro polifonico San Giuseppe, e poi la Lisistrata, hanno riempito palazzo Sanseverino e l'auditorio del Classico all'inverosimile. Che forse, allora, la letargia cronica cui qualcuno vorrebbe condannarci, costringendoci davanti a schermi quali oggetti passivi di banner e spot, non sia del tutto irreversibile? Basta, evidentemente, provare a pensare in grande, o anche, solo, riprendere semplicemente a pensare convinti che l'appartenere ad una provincia non è elemento di per se limitante in un Impero che non conosce un centro e, dunque, è anche senza periferie. La sfida può essere mettere in scena la Lisistrata a teatro o all'arena, sottrarre alla dimensione scolastica l'opera nata in un liceo e, dopo la scorribanda in Sicilia per conquistare il “Grifo d'oro”, ricreare la magia e la comicità di Aristofane per un pubblico più vasto. E dimostrare come, anche alle pendici presilane, non mancano stimoli e occasioni per fare autentica Cultura.

PUBBLICATO 18/05/2011

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