Trematerra con Scopelliti in visita all'ospedale di Acri.
Giulia Zanfini
Così l'ospedale acrese sarà il palcoscenico di quello che possiamo definire un evento importante, nella storia politica regionale. L'incontro si terrà lunedì, alle 19:00, alla presenza di tutte le forze politiche del paese. Ma non è la prima volta che il governatore Scopelliti varca la soglia del nostro territorio. Poco dopo il suo trionfo alle elezioni regionali, il governatore era approdato tra le montagne acresi, per sostenere la candidatura a sindaco, del senatore Trematerra. E proprio in quell'occasione, davanti a una folta platea di spettatori, Scopelliti aveva sostenuto con enfasi che l'ospedale di Acri sarebbe stato potenziato. E ancora, a Cosenza, nell'ambito della presentazione del piano di rientro, il governatore aveva ribadito che gli ospedali montani sarebbero rimasti così com'erano. Tuttavia, fatti recenti e accreditati da una documentazione incontrovertibile, hanno dimostrato il contrario. Quali saranno le dichiarazioni rilasciate nella sua visita all'ospedale, non è trapelato. Ma l'evento suscita la speranza di alcuni e il cinismo di altri. Potrebbe trattarsi di fumo negli occhi, oppure di un incontro che cambierà le sorti di alcuni reparti ospedalieri in via di smantellamento. Il primo maggio, infatti, è prevista la chiusura del reparto di ostetricia, che nulla ha a che vedere con l'attuazione del piano di rientro regionale, perché è connesso a direttive nazionali, ma forse il governatore regionale potrebbe procrastinare la chiusura. Resta il fatto che, l'allarmismo creato dall'ipotesi della chiusura, ha spinto le partorienti a cercare altre strutture, nelle quali partorire. Per questo le nascite presso l'ospedale di Acri, negli ultimi tempi, sono calate del 50%, rendendo la sopravvivenza del punto nascita un miraggio. Il dato lampante, che salta agli occhi, è la totale fiducia della collettività nelle parole del senatore Trematerra. Infatti, mentre a San Giovanni in Fiore si susseguono vere e proprie manifestazioni cittadine, per accendere i riflettori sulla gravità del pericolo di chiusura del suo presidio ospedaliero, ad Acri tutto tace. A parte qualche timido cenno da parte di circoscritte frange cittadine e le massicce manifestazioni studentesche. Il ruolo dell'opposizione politica, infatti, è stato piuttosto marginale, nella "questione ospedale". Sì, è vero: c'è stato un importante incontro cui aveva partecipato lo stesso Carlo Guccione, a cui anche il sindaco Trematerra aveva aderito. Ma da lì in poi ci sono stati solo timidi interventi in consiglio comunale e proteste ufficiali portate all'attenzione della Giunta regionale. Nulla di più. Il coinvolgimento della popolazione, in una questione così delicata, è pari a zero. Quale sia la reale cartina tornasole del sentimento che gli acresi nutrono verso il rischio di chiusura della struttura stessa, è quindi difficile dirlo. Si registra senz'altro la paura imperante di esporsi. Di perdere qualcosa. O semplicemente di guadagnarsi lo stigma del "ribelle". Come se un paese già ferito duramente dalle varie diaspore, isolato a causa di problemi idrogeologici gravissimi, una volta spogliato del diritto alla salute e di gran parte dei posti di lavoro che l'ospedale offre alla collettività, possa avere un futuro roseo. L'attesa, quindi, è grande. E ancora una volta gli occhi sono puntati sull'UDC acrese e soprattutto sul neo parlamentare e sindaco, Gino Trematerra. A fine mese, Trematerra, dovrebbe insediarsi presso il Parlamento europeo. Il condizionale è d'obbligo, in questo clima nazionale. Se così sarà, però, la "vacatio" sarà colmata dall'attuale vice sindaco, Gino Maiorano. Quindi, l'attesa è grande. Intanto le sorti dell'ospedale sono comunque tra le mani del sindaco Trematerra. A lui la prossima mossa sullo scacchiere sanitario regionale. Perché se Trematerra salverà l'ospedale di Acri potrebbe esserci un effetto domino anche negli altri paesi montani. Quindi, fumo negli occhi o miracolo trematerrino? Solo il tempo fornirà le risposte. Fonte Mezzoeuro |
PUBBLICATO 13/03/2011
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