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Ucciso da un colpo di fucile.

Antonio Morcavallo
Foto © Acri In Rete
Un colpo di fucile sotto il mento. Un colpo che non ha lasciato scampo a Giorgio Pellicorio, 56 anni, di Acri. L’uomo è stato trovato senza vita ieri mattina intorno alle 11,30 a San Cataldo. Era a terra, esanime, disteso in una pozza di sangue, tra la sua auto e il muro di contenimento di una stradina sterrata. A trovarlo due agricoltori che si stavano recando ai propri appezzamenti di terreno e che, una volta accertatisi della morte dell’uomo, hanno avvertito i carabinieri.
Pellicorio
, che abitava in centro ad Acri, secondo i primi accertamenti degli investigatori dell’Arma, coordinati dal comandante della Compagnia carabinieri di Rende, Adolfo Angelosanto, che è accorso di persona sul luogo del ritrovamento, potrebbe essersi suicidato. Ma non è esclusa neanche l’ipotesi dell’incidente di caccia. Il cinquantaseienne, che lavorava come operaio all’Afor, da tempo aveva il permesso di caccia, e il fucile da cui è partito il colpo fatale era regolarmente dichiarato (calibro 12 a canne sovrapposte). L’arma è stata trovata al fianco della vittima. Tutti elementi, questi, che hanno portato gli investigatori a escludere del tutto la possibilità che si sia trattato di un omicidio. Le indagini, sono comunque, ancora aperte.
IL RINVENIMENTO. Come detto il corpo do Giorgio Pellicorio, sposato e con una figlia, viene rinvenuto intorno alle 11,30. Due agricoltori di passaggio, si fermano perché l’auto del cinquataseienne, una Fiat Panda verde, è ferma in mezzo alla strada (una via sterrata che si raggiunge dopo una discesa trasformata a discarica a cielo aperto). Il cofano è aperto e sul lato sinistro, steso a terra attaccato al muretto di contenimento, il corpo di Giorgio. Immediata l’allerta ai carabinieri e al 118. Ma non c’è niente da fare, l’uomo è deceduto.
LE INDAGINI. Sul posto arrivano i militari della stazione di Acri, guidati del maresciallo Roberto Luciani, il capitano della Compagnia di Rende, Adolfo Angelosanto, gli agenti di Polizia municipale, sotto la guida del comandante Angelo Ferraro. L’area viene delimitata e dal Comando provinciale di Cosenza vengono inviati gli specialisti del Sottocentro Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Cosenza, Pietro Toscano e Giovanni Salimbeni, chiamati a effettuare i rilievi del caso. Mentre in caserma viene condotta la moglie di Pellicorio per comunicarle la tragedia appena avvenuta, i carabinieri perlustrano la zona alla ricerca di eventuali indizi. I rilievi sul posto vanno avanti fino alle 15. Poi il corpo viene portato via. Sarà sottoposto ad autopsia per definire il momento esatto della morte e fugare ogni possibile dubbio.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 02-10-2009.

PUBBLICATO 03/10/2009

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