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Disboscamento selvaggio Talerico: emergenza frane.

Roberto Saporito
Foto © Acri In Rete
La denuncia, questa volta, corre sul web, su un blog locale, gonfievele.blogspot.com, a firma di Vincenzo Talerico, ambientalista attivo.
"Non si tratta di un ennesimo incendio, scrive, ma della sciagurata disposizione del Genio civile e del Comune di Acri che avrebbero rilasciato una concessione per il taglio di alberi dell'intera fascia ripariale, da Luzzi alla diga di Cecita, a favore di imprese. Un disastro che provoca diversi guai. L'eliminazione del bosco ripariale, aggiunge, produce mi aumento della velocità delle piene e fa aumentare le capacità del trasporto solido delle acque, che, in mi tratto d'alveo torrentizio montano, significa anche aumento delle erosioni di fondo e delle sponde. Ciò è grave nei contesto dei ripidi pendii che dal letto del Mucone salgono verso Acri da una parte e verso Serricella dall'altra, ovvero versanti in frana ed in una zona R4 come definita dal Pai. Se idraulicamente e idrogeologicamente, l'intervento non è giustificabile né giustificato, lo è ancor di meno dal punto di vista ambientale.
La zonizzazione della vegetazione
, spiega Talerico, nei boschi ripariali, strettamente vincolata alla presenza stessa del corso d'acqua, ha un andamento lineare e parallelo al flusso della corrente ed è in relazione alla decrescente capacità di resistere alla sua forza. Questo movimento sia attivo sia passivo dell'energia, dei materiali e degli organismi lungo e attraverso il corridoio ripariale produce mia forma particolare di vita, una funzione ecologica rilevante per la connettività della dispersione di organismi vegetali e delle dinamiche delle vita delle popolazioni animali presenti. L'importanza di questi habitat è riconosciuta a livello europeo e i boschi ripariali vengono protetti. C'è di più, dice ancora Talerico, un tale intervento deve essere previamente sottoposto all'autorizzazione paesaggistica. La vallata del Mucone, con il suo bosco ripariale composto non solo da pioppi e salici, ma anche da ontani, nella parte alta, e da querce da sughero, nella parte più a valle, con la varietà degli animali che vi vivono che vanno dai rettili e dagli anfibi fino alle lontre, diverrà mia brulla e sassosa vallata che impiegherà oltre un decennio per ricostituirsi. Ma nel frattempo, conclude Talerico, la vita animale si ridurrà drasticamente e le probabili piene trasporteranno più a valle il terrazzo fluviale verso Acri e Serricella, stimolando la quiescenza di grosse e profonde frane".

PUBBLICATO 17/09/2009

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