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Riposo, contemplazione, azione...

sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
Il tempo del riposo è importante per la nostra vita, per la totalità del nostro essere donne e uomini, nella relazione misteriosa e concreta fra la nostra corporeità e le dimensioni profonde del nostro animo, del nostro spirito.
Ci sono condizioni di sfruttamento psico-fisico che riducono le persone allo sfinimento.
Ci sono condizioni che riguardano centinaia di milioni di persone: di impoverimento, fame, sete, violenze, guerra, discriminazione, rifiuto, nelle quali la dimensione del riposo pare proprio impensabile, inesistente.
La scansione delle nostre giornate pare, specie in certi periodi, consumata dall'incontrare e dal fare a ritmo incalzante e frenetico. Si avverte l'esigenza di un tempo di sosta, di riposo, di silenzio, di verifica delle motivazioni, dei fini, dei metodi.
Ad essa si può rispondere dedicando il tempo di un ozio vuoto da riempire in modo ossessivo con confusione, consumismo di cibo, di oggetti, di situazioni, e anche di relazioni.
Oppure con il tempo del riposo psico-fisico intelligente; con il silenzio personale amico; con il dialogo coltivato nel tempo, nell'attenzione, nei modi; con la partecipazione a incontri culturali e spirituali, con il movimento del corpo che cammina, che è coinvolto negli sport; con la lettura che magari recupera possibilità trascurate; con la contemplazione dell'ambiente vitale con cui entrare in dialogo interiore; con il sostare in luoghi di particolare significato storico, umano, sociale, culturale, spirituale, anche politico.
Con una spiritualità profonda da coltivare continuamente; con la preghiera significativa che emerge dalla ricchezza del silenzio interiore.
Nella Bibbia questa dimensione fondamentale è collocata in relazione con il riposo di Dio alla conclusione della creazione del mondo, dell'uomo e della donna, con l'esperienza del sabato.
Il sabato è il tempo della sospensione dal fare; del distacco, per così dire, da noi stessi per poterci osservare " da fuori" nel modo più veriterio; per nutrire la sapienza del cuore, liberarci da dipendenze, ossessioni, esaltazioni e disistima di se stessi; per valorizzare le possibilità positive e il protagonismo positivo; per ritrovare possibilmente sempre una ragione in più per sperare; dedicarsi, impegnarsi, per il bene comune; nutrire le dimensioni fondamentali dell'amore e dell'amicizia; purificare la fede e riscoprire il senso profondo e ultimo dell'affidamento a Dio, dell'essere accolti e del poter riposare in lui.
E' doveroso riposare, riflettere, dialogare, far chiarezza, reagire; vivere lo sdegno, la denuncia, la proposta, la disponibilità, l'impegno.

PUBBLICATO 03/08/2009

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