Intervista Letto 2145  |    Stampa articolo

«Poco peso politico ai Socialisti».

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Ad Acri, in riferimento alla rappresentanza politica in consiglio e nella giunta comunali, sta succedendo di tutto e anche il più attento degli osservatori ha qualche difficoltà a comprendere. L’ultimo inatteso capitolo riguarda la presa di posizione polemica di Franco Falco, consigliere comunale socialista, nei confronti del proprio partito. Era in giunta fino alla scorsa estate ed è diventato consigliere comunale in seguito a dinamiche convulse, in seguito alle quali il Partito Socialista ha un rappresentante nel civico consesso che non avrebbe avuto se Falco fosse rimasto nell’esecutivo. Ora il Garofano dovrebbe rientrare in giunta, ma qualcosa non va e l’unico consigliere comunale si tira fuori. Abbiamo chiesto un’intervista su questi caldi temi politici proprio a Franco Falco.

- Dottor Franco Falco, perché ha preso le distanze dal suo partito?
«Bisogna innanzitutto ricondurre il discorso su binari prettamente politici, altrimenti il mio ragionamento risulterebbe incomprensibile. Oggi i cespugli del centrosinistra non sembrano avere una prospettiva politica e lo tsunami delle elezioni della scorsa primavera lo ha confermato. A mio avviso vi sono tre possibilità: continuare a percorrere un sentiero che ci conduce alla rovina, entrare nel Partito Democratico o creare al Partito Democratico un’alternativa nel centrosinistra. Una serie di partiti che hanno un peso specifico ininfluente è del tutto inutile. Ma vi sono anche motivi locali e assai più concreti che l’hanno portata a prendere le distanze dal suo partito… Le modalità di ingresso nella giunta hanno avuto il loro peso, ma è del tutto secondario. Oggi mi chiedo, e lo chiedo anche agli altri partiti minori di maggioranza, quale peso abbiamo avuto fino a oggi nelle scelte dell’amministrazione comunale. Si va in ordine sparso e non si riesce a incidere sulle questioni di fondo». Quindi oggi come definirebbe la sua condizione Acri, Luzzi, Bisignano, Montalto e Valle Crati di appartenenza politica rispetto al Partito Socialista? «La mia è una posizione di attesa, sperando che il Partito Socialista abbia più chiaro il suo futuro e quello della sinistra italiana».

- Se dovesse permanere questo stato di cose anche nelle prossime settimane cosa succederebbe?
«Semplice: non sarò più consigliere comunale del Partito Socialista».

- Come giudica l’operato dell’amministrazione comunale dall’inizio della legislatura e fino a questo punto?
«Abbiamo fatto delle buone cose, ma su altre siamo in colpevole ritardo. Faccio degli esempi. Siamo riusciti, anche grazie al rapporto con la Provincia di Cosenza, a far appaltare i lavori della Strada statale 660 e della Sibari- Sila, anche se qui dobbiamo riconoscere la capacità di attrarre i fondi necessari al senatore Gino Trematerra e all’onorevole Aurelio Misiti, con la speranza di chiudere una volta per tutte questa querelle».

- E per quanto riguarda il Piano Strutturale Comunale? Sembra che ci siano ritardi evidenti agli occhi di tutti...
«Come presidente della commissione Urbanistica ho chiesto un incontro con il Professor Pierluigi Cervellati (ndr incaricato della redazione del Psc) e spero che il centrosinistra possa arrivare in tempi brevi a portare in consiglio comunale una proposta su cui discutere. Poi è evidente che sulle politiche culturali si poteva senza dubbio fare di più».

- Dottor Falco ci può dire quali impressioni ricava dalla nascita del Partito Democratico nel comune di Acri?
«Qui, rispetto ad altre realtà, c’è un’anomalia: la Margherita ha un peso quasi ininfluente e questo ha permesso ai Ds di portare nel nuovo contenitore i suoi vecchi problemi, che per il Partito Democratico rappresentano dei limiti. La giunta comunale può essere rappresentata come una porta girevole, con assessori che vanno e altri che vengono… E qui ritorniamo al mio ragionamento iniziale. Hanno cambiato gli assessori i partiti più piccoli, in cui la rappresentazione personalistica della politica è più evidente. In questi anni, ad esempio, il Partito Democratico non ha mai cambiato i suoi rappresentanti nell’esecutivo. Questo vorrà pur dire qualcosa».


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 22-01-2009.

PUBBLICATO 23/01/2009

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