Cari ragazzi, nel consiglio comunale del 23 luglio scorso, alla richiesta del consigliere Nicola Tenuta di "andare a casa" perché avrei messo le mani sulla città e di curare solo interessi privati (cose allucinanti che si commentano da sole. Ma questo lo discuteremo in altra sede. Lui, intanto, risponda al comunicato del Partito Democratico, al paese e ai suoi amici se faceva parte della banda dei cinque che saccheggiava, di notte e in una casa privata, la città), ho risposto con un gesto poco gentile e ritenuto offensivo da alcuni consiglieri di minoranza.
Resomi conto dell'errore commesso, ho chiesto in diretta radio "umilmente scusa".
Dal centro - destra hanno tutti rifiutato le scuse, nella convinzione che, facendo "cimorra", guadagnino qualche misero voto.
Vedete, cari giovani di Forza Italia, voi siete l'ultima speranza contro la disperazione dei vostri vecchi: fare un gesto sbagliato è da cafoni (e io sono stato cafone) ed è istintivo (e io sono stato istintivo).
Insomma, è un aspetto legato alla storia dell'uomo prima dell'era della cultura e della razionalità.
Chiedere scusa per aver fatto un gesto da cafoni e sapere accettare le scuse è quindi un aspetto legato allo sviluppo dell'intelligenza, della razionalità e della cultura.
Insomma, è intimamente connesso a ciò che si è acquisito nei templi della civiltà: casa, scuola, università, ecc..
Io le scuse le ho umilmente offerte e credo di essermi, almeno relativamente, riabilitato.
Chi non le ha accettate dimostra di essere un vero cafone e per niente signore, di aver poco frequentato i templi della civiltà e ama evidentemente tenersi stretto il gesto che ha ricevuto.
Bell'esempio vi hanno dato i vostri vecchi.

Cordialmente, vostro Elio Coschignano.