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Strani furti.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Da un po' di tempo a questa parte ad Acri succedono cose strane, o almeno poco attinenti al tranquillo scorrere della vita cittadina.
Si tratta di una serie di microfurti di difficile collocazione nelle diverse tipologie in cui si può suddividere questo reato.
Ciò che viene sottratto ai cittadini non è un bene di inestimabile valore, ma oggetti che all'occorrenza possono diventarlo.
Infatti, non vi è nulla di più prezioso di qualcosa che si usa quotidianamente e di cui si ignora l'importanza, fino a quando ti viene a mancare se ti occorre.
Così, in tanti si sono visti privati chi di un paio di scarpe da tennis, chi della biancheria intima lasciata ad asciugare, chi di un paio di calzini o di un pantalone.
Si tratta di furti per i quali non si registrano dati ufficiali, ma che si possono desumere dal mettere insieme le testimonianze di tanti che si accorgono di non essere i soli ad aver subito questa "disavventura".
Chi si preoccupa infatti di denunciare il furto di un paio di slip ai Carabinieri?
L'unico modo per ricondurre queste vicende ad autentico fenomeno è mettere insieme tanti racconti, che il più delle volte inducono all'ilarità piuttosto che alla preoccupazione.
Evidentemente si tratta di "furti di necessità", perpetrati da chi non si può permettere neanche l'acquisto di un paio di scarpe da tennis.
Se è così, è l'ennesima prova di un disagio sociale ed economico che da tempo ha abbondantemente superato il livello di guardia.
Sembrerebbe essere il centro storico la parte che ha dovuto maggiormente sopportare questi "espropri".
Questo ci dice che chi la predilige sa che in queste zone è molto frequente trovare panni stesi ad asciugare al sole o un paio di pantofole davanti alla porta di casa.
In sostanza, si sceglie la parte più antica della città perché è più facile farla franca.
Ma questa potrebbe essere solo una delle tante chiavi di lettura di un fenomeno che si presta a essere interpretato in mille altri modi.
E vi si presta anche in virtù della sua natura, per così dire, poco "ufficiale".


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 16-02-2008.

PUBBLICATO 16/02/2008

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