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Un Pd senza entusiasmo, assente anche in consiglio.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Se i vertici romani richiamano i dirigenti provinciali a un maggiore attivismo nella nascita, anche sul territorio, del nuovo Partito Democratico, ad Acri non si muove una foglia.
Mentre probabilmente già nella prossima riunione del consiglio comunale i partiti della maggioranza, al netto del Pd, annunceranno la creazione di un gruppo consiliare unico, nelle assise municipali gli ex Ds non si chiamano ancora Partito Democratico.
Finora intorno alla nascita del nuovo soggetto politico non si è manifestato quell'entusiasmo, non solo popolare, ma anche dei locali dirigenti di Margherita e Democratici di Sinistra, che avrebbe dovuto accompagnarla.
Eppure, soprattutto nel centrosinistra, in passato non sono mancate le rotture traumatiche tra ex ed evoluzioni che hanno portato all'archiviazione di una precedente esperienza politica per intraprenderne un'altra.
In questa circostanza sembra invece che una sorta di torpore si sia impadronito di chi dovrebbe assumersi responsabilità che non si assume.
Ci si aspetterebbe un maggiore coinvolgimento, ad esempio, da parte del nucleo consiglieri - amministratori.
Il Partito Democratico ha incassato le adesioni del sindaco, Elio Coschignano; del presidente del consiglio Giacomo Cozzolino; del vice - presidente della comunità montana "Destra Crati", Pino Capalbo; degli assessori Mario Bonacci e Giuseppe Capalbo; dei consiglieri comunali Maria Rosaria Padula e Giuseppe Lupinacci; e del consigliere provinciale Natale Zanfini.
Eppure evidentemente non basta per partire.
Intorno al Partito Democratico potenzialmente pullula tutto un mondo che oggi trova difficoltà a esprimersi.
Un peso in questa vicenda ce l'hanno anche le diffidenze tra i dirigenti dei due partiti che hanno dato origine al nuovo soggetto, ma questo non può trasformarsi in immobilismo, altrimenti i buoni propositi di Veltroni e Minniti diventano carta straccia.
Manca anche quell'aria fresca che dovrebbe creare le premesse per un massiccio coinvolgimento dei dirigenti di domani.
E, in questo senso, emblematico è il pressoché totale disinteresse dei giovani per la costruzione di questo nuovo percorso.
E' probabile che le ormai quasi certe elezioni politiche accelerino la fase "costituente" del partito acrese, ma questo rischia di farla diventare una "cosa pasticciata", nata vecchia ancor prima di poter ambire a rappresentare il nuovo.
Al di là del mancato interessamento, che pure ci si sarebbe aspettati, della cosiddetta società civile o di chi nutriva interessi politici ed era privo di rappresentanza partitica, quello che amministratori e consiglieri evidentemente non hanno capito è che la nascita del Partito Democratico avrebbe potuto puntellare meglio la coalizione di maggioranza, garantendo maggiore stabilità.
Questa mancanza di "visione" potrebbe loro costar cara.


Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 05-02-2008.

PUBBLICATO 06/02/2008

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