Opinione Letto 1582  |    Stampa articolo

Levar la carne

Sac. Sergio Groccia
Foto © Acri In Rete
"Non è quello che sei, e neppure quello che sei stato che Dio guarda con i suoi occhi di misericordia, ma ciò che tu hai desiderio di essere".
Comincia la Quaresima e si impone, innanzitutto, il bisogno di dare un senso a questo tempo dell'Anno Liturgico. Tempo forte, tempo troppe volte accomunato alla tristezza della rinuncia, della penitenza e del sacrificio, esso rischia di generare più una sensazione di rigetto che di adesione convinta ed entusiasta. E, allora, bisogna dirlo subito, la Quaresima può essere vissuta in modo ben diverso da quello solitamente evocato: come dono, come una grazia, come un'occasione per ritrovare il senso, l'armonia, la bellezza della propria esistenza, come una "primavera".
Chi non ha provato il bisogno di riprendere fiato, la necessità di fermarsi per fare il punto, il desiderio di un po' di solitudine per ritrovare un po' di pace e di riposo? Chi non ha avvertito la voglia di ricaricare le batterie, di prendere un po' di distanza dalla vita di ogni giorno per leggere con maggior lucidità e saggezza quando stava accadendo?
La Quaresima ci chiede di guardare più verso l'alto che verso il basso e considerare non tanto l'insuccesso, il fallimento, ciò che è stato deteriorato o irrimediabilmente rovinato, ma piuttosto ciò che ora è possibile per grazia, perché Dio cambia il nostro cuore e rinnova la nostra volontà.
Se si parla di conversione, bisogna intenderla come un volgere il proprio essere verso Dio. E' il primo movimento di ogni pentimento: cercare di orientare la vita su di Lui e, quindi, entrare in una visione di bellezza e di luminosità.
Il cammino quaresimale, che comincia mercoledì con l'imposizione delle ceneri, è segno della riscoperta di Cristo per realizzare il giusto rapporto con Dio .
Le opere buone (elemosina, preghiera, digiuno) sono solo uno strumento per ritrovare una relazione autentica con il Padre. Ciò che conta, a questo punto, non è la pratica, l'adempimento, l'esecuzione, ma quanto lo anima, cioè l'intenzione, la ricerca sincera del volto di Dio. In caso contrario, tutto risulta inutile. Il percorso che viene disegnato ha una sua antica saggezza: coinvolgere il corpo per raggiungere il cuore. Non è un percorso cerebrale, fatto di idee, di concetti da apprendere, ma una via che coinvolge l'uomo, tutto l'uomo: intelletto e corpo, cuore e volontà, sensi e sentimenti, pratica e intenzione.
Con il rito dell'imposizione delle ceneri la Quaresima indica l'atteggiamento "penitenziale" che deve contraddistinguere il cammino cristiano verso la Pasqua. Non si tratta di una pratica devozionistica, per quanto significativa, ma di un deciso orientamento esistenziale. I testi della Sacra Scrittura presentano un invito ad una " scelta fondamentale" sulla base della fiducia e della Misericordia di Dio. Al centro della Parola non stanno le opere penitenziali del credente, ma l'annuncio dell'Amore di Dio. Per attuare tutto ciò la Parola di Dio traccia il programma. Non si può sfuggire il valore del digiuno. Deve essere vissuto come gesto profetico sotto una triplice prospettiva: ascetica:il digiuno, vince le nostre passioni, eleva lo spirito, infonde la forza e dona il premio; profetica:diventa denuncia aperta ad ogni ingiustizia e nel contempo annuncio del dono disinteressato da parte del credente perché solo nell'autenticità di questo gesto ci è dato di sperimentare " la guarigione dello spirito"; simbolico: esprime il bisogno profondo della solidarietà e della carità per sentirci, " liberi dal peccato e per poter così celebrare la Pasqua".
All'inizio della Quaresima forse la prima cosa che ci viene in mente è quella di vedere cosa possiamo fare di diverso, di nuovo, per vivere bene questo tempo. Il rischio è di trasformare il tempo "sacro" della Quaresima in tempo "nostro", del nostro impegno, della nostra generosità, dei nostri propositi, mentre è innanzitutto il " tempo di Dio", il tempo del suo primato nella nostra vita; il tempo nel quale siamo a cogliere i segni di Dio e il significato provvidenziale del tempo che si sta svolgendo.

PUBBLICATO 04/02/2008

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