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Un ascensore poco comunista.

Piero Cirino
Foto © Acri In Rete
Nella prossima settimana una delegazione del Comune di Acri, guidata dal sindaco Elio Coschignano, si recherà a Catanzaro, negli uffici della giunta regionale, per fare definitiva chiarezza sulla questione dell'ascensore che collega viale Calamo a via Padula.
Nei mesi scorsi su questa opera si sono abbattute numerose critiche.
Quella che più ha fatto rumore l'ha addirittura firmata l'assessore regionale Michelangelo Tripodi, che ha definito uno scempio ambientale le struttura e ha comunicato al Comune che la Regione per quell'ascensore non avrebbe sborsato un euro.
In sostanza, sarebbe stato a totale carico del Comune, che lo ha voluto in quel modo e in quel luogo.
La critica di Tripodi ai più è sembrata quantomeno tardiva, così come quella dei dirigenti locali del suo partito, quello dei Comunisti Italiani, che pure fino a quel momento avevano avallato la scelta.
Quest'opera rientra nel PSU (Piano di Sviluppo Urbano), che fu approvato dalla giunta di centro-destra guidata da Nicola Tenuta.
Quel Piano prevedeva, per mettere in collegamento viale Calamo e via Padula, nel centro storico di Acri, un sistema di scale mobili.
Fu costruito l'ascensore perché vi erano a disposizione solo 460 mila euro, mentre, secondo i tecnici del Comune, per le scale mobili occorreva una cifra tre volte tanto.
Nella lettera dell'On. Tripodi, inviata quando ormai l'opera era in via di ultimazione, si fa riferimento a una serie di inadempienze a carico del Comune.
Quest'ultimo ha risposto punto su punto, rispedendo gli addebiti al mittente.
Per i tecnici comunali, "il PSU è un programma e, come tale, ha indicato una delle possibili soluzioni progettuali per i collegamenti verticali.
Nella redazione della progettazione esecutiva - fanno sapere dagli uffici del Comune -, a seguito di approfondite e relazionate analisi e studi dei luoghi e delle funzioni, al posto del collegamento mediante scale mobili si è optato per un sistema di ascensori, che tra l'altro permette l'eliminazione delle barriere architettoniche e la fruizione più ampia e integrata dei servizi amministrativi e culturali presenti.
La scelta tecnica effettuata dal Comune, ampiamente partecipata e condivisa, è stata supportata da quanto espressamente dettato dalle "Linee Guida per la redazione dei PSU", nelle quali l'aumento della fruizione dello spazio urbano da parte dei cittadini è obiettivo sia per l'accrescimento della competitività dei sistemi urbani, sia per il funzionamento della coesione sociale, la lotta all'emarginazione e le pari opportunità
".
In pratica, il Comune avrebbe ottemperato alle sue funzioni nella trasmissione degli atti alla Regione.
Se è così, se cioè dal punto di vista formale, non possono essere eccepite irregolarità, la sortita dell'On. Tripodi riguarderebbe il merito dell'opera.
E, se così fosse, sarebbe un'autentica ingerenza in questioni che sono unicamente appannaggio del Comune.
Non può certamente essere un assessore regionale a fornire giudizi di natura estetica su un ascensore.
In attesa che comunque la vicenda trovi una soluzione, fa riflettere il dietrofront dei Comunisti Italiani di Acri.
Un atteggiamento che ha avuto di certo ripercussioni politiche, poiché ha messo in serio imbarazzo l'intera maggioranza, dalla quale, fino a quel momento, sull'ascensore non si erano levate voci di protesta.

Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 01-02-2008.





PUBBLICATO 01/02/2008

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