Centrodestra assonnato.
Piero Cirino
L’ex sindaco Nicola Tenuta, accompagnato da tre consiglieri comunali e da un nugolo di dirigenti e tesserati, ha abbandonato l’Udc. Quella che si è consumata è una rottura di non poco conto, tenuta maldestramente sotto traccia solo per poco tempo. Il dato più significativo è che si è consumata una emorragia di tesserati nell’Udc, a tutto vantaggio di Forza Italia. Il partito di Berlusconi si è rianimato grazie a questa iniezione di entusiasmo. Dietro le quinte di questa operazione si è consumata anche la rottura tra il Sen. Gino Trematerra e il suo ex pupillo. Fu infatti proprio Trematerra a volerlo candidare alla poltrona di sindaco nel 2000. Il gelo iniziale tra i due si è lentamente trasformato in scontro aperto in un paio di occasioni. Nella scorsa estate fu proprio Nicola Tenuta, durante la festa del partito, a lanciare la candidatura a presidente della giunta regionale di Pino Gentile. A stretto giro di festa, un piccato Trematerra risponderà picche a Tenuta, replicando che anche l’Udc ha uomini in grado di rappresentare degnamente il centro-destra in quella carica. Passano pochi mesi e le schermaglie diventano scontro in campo aperto. L’Udc organizza un convegno sulle infrastrutture e Forza Italia non viene invitata. La mattina del giorno in cui era prevista l’iniziativa il partito di Nicola Tenuta invade il centro cittadino con centinaia di manifesti al vetriolo nei confronti dello scudo crociato. Nel testo si parla di “dinastia” e di casta. Apriti cielo. A distanza di qualche ora, Trematerra senior rispedirà al mittente le accuse, rincarandole con una robusta dose di “ingrato”. Da allora l’inquilino di Palazzo Madama gliel’ha giurata. Insomma, è scontro senza esclusione di colpi, ma tutti, anche i due, sanno che, così come sta avvenendo a livello nazionale tra Berlusconi da una parte e Fini e Casini dall’altra, alla fine saranno costretti a stare dalla stessa parte. Non ci sono alternative, ed entrambi lo sanno. Quello che tuttavia preoccupa è che in tutto questo il centro – destra non fa altro che rimuginare e leccarsi le ferite. In questi tre anni quando ha parlato lo ha fatto solo per dire no ad alcuni progetti dell’amministrazione comunale. Si è unicamente limitato a rivendicare i risultati dei cinque anni precedenti, ma non si è mai preoccupato dei cinque anni che verranno. Il centro–destra, e l’Udc in particolare, ha limitato la propria azione politica al consiglio comunale e a qualche metro quadro sui muri della città. Quale sia l’alternativa alla giunta Coschignano, con chi farla e come farla è un mistero. Il centro-destra non si è mai pronunciato, per fare un esempio, su come spendere i prossimi fondi europei e come farli rientrare in un progetto complessivo di crescita della città. In verità non l’ha fatto neanche il centrosinistra, e questo è anche più grave, ma non può essere per l’opposizione una consolazione. I problemi maggiori al sindaco in questi tre anni glieli ha creati la sua stessa maggioranza. E questo è un dato di fatto sul quale l’intero centro-destra si deve interrogare. Fonte: "Il Quotidiano della Calabria" del 29-01-2008. |
PUBBLICATO 29/01/2008
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