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Egidio Marchese parteciperà ai IX Giochi Paralimpici Invernali.

Il Quotidiano della Calabria
Foto © Acri In Rete
A Torino continua la magia dei Giochi invernali. Terminate le gare Olimpiche gli impianti sportivi si riaprono per ospitare le Paralimpiadi. 40 paesi coinvolti, più di 500 atleti che scenderanno in pista per 5 discipline, fra queste fa il suo esordio il curling. Lo sport che durante Torino 2006 ha aumentato gli indici d'ascolto e che è diventato molto popolare. Nella squadra che partecipa alle Olimpiadi del coraggio, così sono definite da molti le Paralimpiadi, spicca per le sue doti atletiche e umane, un calabrese. Si tratta di Egidio Marchese, originario di Acri.
Lo raggiungiamo telefonicamente durante il ritiro di Torino, nel giorno della inaugurazione dei Giochi. Egidio è in attesa del pullmann che lo porterà insieme ai suoi compagni di squadra al Villaggio Olimpico dove si svolgerà il pranzo con il presidente della Repubblica Ciampi. Ci accoglie con il calore tipico calabrese anche se la sua voce ha uno spiccato accento valdostano.
Nato ad Acri nel 1968 da quasi dieci anni vive in Val D'Aosta. «Ho vissuto tutta la mia infanzia in Calabria poi per ragioni di lavoro sono andato via. Ho girato l'Italia lavorando nei ristoranti». Il suo cuore però è sempre ad Acri «e come potrebbe non esserlo. Ad Acri vivono ancora mio padre Giuseppe e mia madre Marianna, le mie sorelle Carmela e Angela, mio fratello Vincenzo e una quantità notevole di zii e cugini,oltre ai miei nipoti».
Cosa pensano di questa sua avventura Olimpica? «Sono felici e orgogliosi. A Sorbo, il paesino in cui risiedono, non capita tutti i giorni che uno che conosci partecipi alle Olimpiadi, è veramente un evento eccezionale».
Torna spesso in Calabria? «Almeno due volte l'anno. Possiedo anche una casa e sono sempre felice di rivedere non solo la mia famiglia ma anche i miei amici».
Loro la sostengono? «Quando all'inizio parlavo della mia attività nel curling erano un po' scettici perché non conoscevano questo gioco. Adesso invece che è diventato così popolare sono veramente entusiasti e qualcuno arriverà qui per sostenermi».
Il grande sostegno arriverà però dagli abitanti della Valle d'Aosta. «Si, quelli del paese in cui vivo hanno organizzato addirittura un pullmann e arriveranno in tanti per sostenerci».
Vive in Val d'Aosta da molto tempo? «Vivo qui da quasi dieci anni, con mia moglie Doriana e i miei due bambini Samuel di sei anni e mezzo e Luca di quattro anni».
Egidio dal 1997 vive sulla sedia a rotelle. «Ho avuto un incidente automobilistico che mi ha reso paraplegico, all'inizio è stato difficile convivere con questo handicap, poi grazie anche a mia moglie che mi ha sostenuto e incoraggiato tutto è diventato normale».
Prima "costruiva" autostrade, adesso di cosa si occupa?
«Lavoro presso un call center e sono un consulente della Regione Val d'Aosta per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Questo a dimostrazione che anche le persone affette da handicap possono svolgere un'attività e realizzarsi nel mondo del lavoro cercando allo stesso tempo di migliorare il tenore di vita delle persone che hanno gli stessi problemi. Io lo dico sempre a quelli che incontro e che sono nella mia stessa situazione. Non bisogna arrendersi, bisogna darsi da fare e non piangersi addosso, anzi bisogno mettere a frutto le proprie qualità».
Ma il suo grande amore però è lo sport. «Ho sempre praticato varie discipline, anche dopo l'incidente mi sono dedicato allo sci, alpino e nordico e all'atletica. Ma sempre a livello dilettantistico».
E il curling? «Il curling l'ho scoperto per caso tramite un amico. Poi nel 2000 siamo andati a seguire alcuni tornei a Courmaier e insieme ad Andrea Tabanelli ci siamo detti perché non provare?».
Lei è stato uno dei fondatori in Italia del curling per disabili. «Diciamo di si. Ma quando abbiamo iniziato non pensavamo di arrivare fino a qui. Adesso contiamo più di 40 iscritti».
Ci sono delle differenze dal curling che abbiamo seguito durante le Olimpiadi? «Nel curling in carrozzina non utilizziamo le scope, non effettuiamo il cosiddetto sweeping per far scivolare la stone (boccia). Per il lancio della sponda siamo invece muniti di un extender (bastone). Utilizziamo però gli stenti campi di gioco».
Lei è considerato uno dei migliori per precisione di tiro ma soprattutto per la sua capacità di trasmettere tranquillità ai compagni di squadra. «I nostri sono tiri di precisione, e la tranquillità è un elemento fondamentale. Se sono in partita riesco a fare anche delle belle giocate. E poi sono felice per il rapporto che siamo riusciti a creare in questa squadra».
Avete partecipato ad altri tornei internazionali? «A Saint Moritz ci siamo qualificati al secondo posto, mentre a febbraio siamo stati in Germania è abbiamo raggiunto il primo posta battendo i padroni di casa. Una bella soddisfazione».
I suoi figli seguono questa sua passione? «Samuel e Luca si divertono molto. Vengono agli allenamenti, scivolano sul ghiaccio e tifano per il loro papà».
Il primo incontro vedrà gli azzurri (domenica mattina alle 11) impegnati contro la Norvegia. «Vogliamo sentire il sostegno di tutti gli italiani e io naturalmente della mia Acri».
Egidio è amatissimo dai compagni che fanno il tifo per lui mentre parla con noi al telefono: «Sto parlando con la Calabria, è una terra bellissima», grida a gran voce, orgoglioso delle sue origini. Egidio, come i suoi compagni, rappresenta il vero spirito olimpico, quello che va oltre le barriere a la diversità.
E da domani insiene a tutti gli atleti presenti anche la nostra squadra di curling sarà chiamata a una sfida di sport e di vita.

Clicca qui per il dettaglio sulla squadra di curling.

PUBBLICATO 11/3/2006

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