Il day-after è sempre il momento in cui inizia una riflessione post-elettorale, che, nel caso specifico, non potrà durare molto.
Tra meno di due settimane, infatti, gli acresi dovranno nuovamente recarsi alle urne.
I dirigenti dei diversi partiti hanno quindi poco tempo per metabolizzare i risultati che gli oltre quindicimila acresi gli hanno consegnato nelle urne.
Quello maturato nel primo turno delle elezioni comunali è un risultato che lascia più domande che risposte.
I due candidati a sindaco di centro-destra e centrosinistra, Nicola Tenuta ed Elio Coschignano, sono separati da soli nove voti.
Mai vi era stato un simile equilibrio.
In teoria, sembrerebbero determinanti i voti di Salvatore Ferraro, candidato del movimento civico "Acri nostra".
Tuttavia in politica le operazioni aritmetiche non sono mai meccanismi scientifici.
Nei prossimi giorni ogni partito del centro-destra e del centrosinistra riunirà i propri quadri per una rapida consultazione circa le prossime mosse da fare.
Lo scenario più probabile che al momento si può ipotizzare è ridotto a una serie di incontri di due delegazioni, della Casa delle Libertà e dell'Unione, con "Acri nostra", per comprendere il grado di fattibilità dell'apparentamento.
Il risultato di sostanziale parità al momento accontenta e delude tutti.
L'unico che può pienamente dirsi soddisfatto è proprio Ferraro, che farà pesare, e molto, il suo consenso elettorale.
Intanto ieri in molti si sono dedicati alla elaborazione dei diversi scenari, per comprendere quale possa essere la composizione del nuovo consiglio comunale.
Qualora dovesse vincere il centro-destra, senza apparentamento:
- cinque consiglieri per l'Udc (Raffaele De Vincenti, Angelo Gencarelli, Cosmo Manfredi, Vincenzo Arena e Walter Franzese),
- tre per "Centro moderato per la città" (Natalino Cerlino, Giuseppe Straface e Antonio Serra),
- due per Forza Italia (Angelo Gencarelli e Angelo Milordo),
- uno per "Uniti con Tenuta" (Cosimo Fabbricatore),
- uno per Alleanza Nazionale (Giuseppe Abbruzzese),
- quattro per Democratici di Sinistra (Pino Capalbo, Giacomo Cozzolino, Mario Bonacci e Giuseppe Lupinacci),
- uno per "L'Ulivo per Acri" (Angelo Bruno),
- uno per la Margherita (Luigi Cavallotti),
- uno per i Comunisti Italiani (Antonio Morrone) e
- uno per "Acri nostra" (Salvatore Ferraro).
Se dovesse vincere il centro-destra, con l'apparentamento, "Acri nostra" guadagnerebbe un consigliere (Vincenzo Barone), mentre ne perderebbero uno a testa il "Centro moderato per la città" (Antonio Serra) e Alleanza Nazionale (Giuseppe Abruzzese).

Qualora dovesse prevalere il centrosinistra, senza apparentamento:
i Democratici di Sinistra otterrebbero sei consiglieri comunali (Pino Capalbo, Giacomo Cozzolino, Mario Bonacci, Giuseppe Lupinacci, Tommaso Bonparola e Luigi Catanzariti),
- due "L'Ulivo per Acri" (Angelo Bruno e Cosmo Cerenzia),
- uno la Margherita (Luigi Cavallotti),
- uno lo Sdi (Walter Manes),
- uno i Comunisti Italiani (Antonio Morrone),
- uno Rifondazione Comunista (Pietro Pettinato),
- tre l'Udc (Raffaele De Vincenti, Angelo Gencarelli e Cosmo Manfredi),
- due il "Centro moderato per la città" (Natalino Cerlino e Giuseppe Straface),
- uno Forza Italia (Angelo Gencarelli),
- uno "Uniti con Tenuta" (Cosimo Fabbricatore),
- uno "Acri nostra" (Salvatore Ferraro).

Con l'apparentamento, oltre al seggio guadagnato da "Acri nostra"(Vincenzo Barone), bisognerebbe considerare quelli persi dai Ds (Luigi Catanzariti) e da Rifondazione Comunista (Pietro Pettinato).
Dalle urne è uscito anche il nome dell'ex assessore comunale alla Cultura, Giuseppe Tempesta, deceduto improvvisamente lo scorso 21 marzo, per un attacco cardiaco, durante una manifestazione elettorale, all'età di 47 anni. Era candidato nell'Udc e ha ottenuto nove voti.