Opinione. Letto 1426  |    Stampa articolo

La primavera dei servi laboriosi.

Andrea Siciliano
Foto © Acri In Rete
Ad Acri è finalmente primavera, tutto prende vita, le piante fioriscono, i colori rinascono, gli uccellini cinguettano; peccato... tutto è disturbato dal fermento delle ultime elezioni comunali. Insieme al risveglio della primavera, si sono ridestate da un lungo sonno durato anni le laboriose formichine, fedeli suddite della regina che tutto può su di loro. In questo periodo cominciano alacremente i lavori per assicurarsi le provviste necessarie, che serviranno al loro sostentamento ed a quello dei loro congiunti per gli anni che verranno. I fedeli servitori e le fedeli servitrici cercano solo oggi i vecchi amici affinché possano dare loro aiuto nella costruzione del nuovo formicaio, la loro sicura dimora per i prossimi anni. Gli inviti sono palesi, le promesse di ogni tipo, perché sta bene solo chi è vicino al formicaio ed alla formica regina, in quanto solo lei riesce a proteggere sotto la sua ala benevola. Strano quanto questo tipo di organizzazione in caste somigli a quella in cui viviamo quotidianamente anche ad Acri. L’illusione che tutto vada bene e che viviamo in un paese libero, democratico, ed al passo coi tempi è dettata anche dai tanti progetti creati dalla “magnificenza degli efficienti sapienti del palazzo”. Questi non hanno fatto altro che impegnare la loro “scienza”, il loro sapere, per creare “L’isola che non c’è” per coloro i quali, pochi fortunati, sono loro vicini per comunione di idee o per vincoli familiari. Le persone bisognose come i disabili e gli anziani, sono rimasti semplici argomenti di dissertazione nei tanti convegni a tema tenuti in questi anni. I pochi tentativi per agevolare chi da anni vive esiliato ai margini della società sono serviti a poco o nulla. La sapienza del palazzo, dall’alto della sua “potenza”, doveva divulgare cultura e fare da garante nel rispetto delle norme dettate, in primo luogo, dal buon senso, e poi dalla competenza; questo purtroppo non è sempre avvenuto. Alcuni progetti proposti dall’ormai vecchia amministrazione comunale sono stati realizzati su misura, basati su presupposti sbagliati, o meglio giusti per le persone giuste…. una goccia nel mare delle difficoltà. E’ inutile proporre da una parte progetti per disabili, ad esempio, se poi dall’altra la stessa amministrazione comunale si fa carico di spostare, su proposta di un vile commerciante acrese, da una parte all’altra della strada uno scomodo parcheggio destinato ad una signora disabile, contravvenendo così anche ai principi della famosa legge 104 per la tutela e la promozione dei diritti dei disabili…questa è la “sapienza degli ignoranti”.
Fare la formichina oggi è proficuo e conveniente, ma questo, per chi come me la pensa, non è il futuro che vogliamo scegliere…il futuro? un buco nero in fondo al tram. Quando il mio sguardo si posa su Padia, che rappresenta il passato di Acri, e sulla nuova Piazza Matteotti, che rappresenta il presente di Acri, vedo questo paese in agonia; l’agonia del lavoro, l’agonia dell’economia, l’agonia del servilismo. Acri muore piano piano, muore giorno dopo giorno, ed il tempo? Sembra fermarsi.

PS: Mi piacerebbe scrivere che tutti gli episodi, i fatti ed i personaggi citati in questo pezzo siano di pura fantasia, invece sono riferiti alla pura e semplice realtà.


PUBBLICATO 31/3/2005

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