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La memoria è una caratteristica ineludibile per i popoli
che vogliono costruirsi un futuro serio e duraturo (il mondo greco-romano l’aveva
divinizzata con la dea Mnemosine). Per quelli che si rivolgono a valorizzare
solo “l’oggi”, divinizzando il Denaro, perde d’importanza
il passato, ma perde
d’importanza il futuro (il concetto di “investimento sui giovani,
sul rispetto della dignità umana, sulla cultura” lo ritengono anacronistico).
La perdita della memoria storica viene, però, biasimata da più
parti, perché porta qualsiasi popolazione al suo decadimento. Vogliamo,
allora, analizzare
ciò che sta succedendo?
Non c’è dubbio che gli ultimi cinque anni sono stati di sfacelo
economico, civile e morale per il popolo italiano. O qualcuno si aspettava qualcosa
di
buono da coloro che hanno impostato la loro politica e il Governo dell’Italia
con mentalità da “squali della finanza” e da “imprenditori
senza scrupoli”?
Quale stima riceveva chi irrideva leader europei alle spalle, facendo le corna
con le mani, in una foto di gruppo? Quale garanzia può dare un Capo di
Governo
che confida sul suo aspetto fisico (lifting, chioma, altezza, ecc.) e sulle
sue doti di seduttore nei rapporti internazionali? Quale affidabilità
si può
riconoscere a coloro (ad eccezione di Follini e di Fini) che hanno soprasseduto
sulle gaffe dell’attuale premier ed hanno fatto passare la “devolution”
dell’Italia, la legge “ex Cirielli”, la riforma elettorale
e tante altre leggi “ad personam”? Questo legiferare non ha evidenziato
la volontà dei nostri
governanti di approfittare del momento mirando alla “dissolution”
dell’Italia, per ricavare il massimo profitto politico e, probabilmente,
il massimo
tornaconto personale?
Ciò che hanno realizzato i berlusconiani può essere ritenuto vantaggioso
per l’intera popolazione italiana?
Il popolo dell’Ulivo ritiene di no, e così gli elettori che si
sono ravveduti in questo tempo.
Quello che lasciano 5 anni di “allegra” politica non si riterrà
per niente “occasione da sfruttare”.
Perché, allora, il popolo acrese deve subire le scelte decise della parte
politica che ha sconfessato alle Elezioni europee, regionali, provinciali e
comunali? Perché la Giunta Coschignano deve farsi carico di ciò
che ha avuto in eredità dalla politica berlusconiana? Per quale logica
si vuole abbattere
l’edificio della Scuola Media “V. Padula”? Non ci si rende
conto che con questa azione viene demolita la cultura della memoria storica,
per far posto ad un
vacuo modernismo? O si pensa di difendere meglio la scuola pubblica eliminandone
la presenza fisica?
Gli stessi abitanti avrebbero dovuto sentirsi declassati da una simile proposta,
che impoverisce la vita del rione, a cui non si porrebbe rimedio
neanche se i festeggiamenti del B. Angelo durassero un intero mese. O qualcuno
pensa di ripristinare quello che viene oggi perduto ubicandovi,
successivamente, una scuola privata, magari, utilizzando i locali del Convento
dei Cappuccini ed attingendo alle casse dello Stato Italiano?
Non reggono, infatti, le motivazioni del turismo religioso perché i luoghi
di culto quasi mai sono al centro di una piazza, e, se lo sono, quasi mai sono
accessibili ai pullman, come ad Assisi. E, poi, è fuori dubbio che prima
di provvedere alla realizzazione delle infrastrutture necessarie si constati
l’esistenza di un pellegrinaggio verso il luogo di culto da più
anni (vedi il Santuario della Madonna del Pettoruto, visitato da decine di migliaia
di
pellegrini anche quando era servito da una mulattiera), altrimenti si creano
solo “Cattedrali nel deserto”.
In Acri, con questo intendimento, si avrà una Basilica Minore “nel
deserto”.
I Monaci e i devoti del B. Angelo potrebbero rivolgere le loro attenzioni all’area
del Convento e predisporre l’edificio, prevalentemente vuoto,
all’accoglienza dei pellegrini.
I cittadini acresi desidererebbero che i propri Amministratori fossero oculati
nella spesa, e che l’abbattimento di una struttura pubblica, di alta
funzionalità e di notevole valore economico, debba significare “l’ultima
spiaggia” alla quale ricorrere; essi non dovrebbero venire minimamente
sfiorati
dal dubbio che si operi per “capriccio personale”, fuori da ogni
canone politico e amministrativo.
Con questa logica si potrebbe anche sindacare sullo spropositato interessamento
verso la Basilica Minore e, magari, per compensazione, proporre altri progetti
di abbattimenti di case e sventramenti di versanti, per dare accessi più
“consoni” alle chiese di S. Nicola di Mira, S. Maria Maggiore, S.
Giorgio
Martire, S. Nicola di Belvedere, Santa Croce, ecc. E, perché non far
toccare da questi “modernismi” anche il Palazzo Sanseverino-Falcone,
la Torre Civica, il
Palazzo Padula (la cui scalinata esterna ha solo il pregio di visualizzare agli
scolari il concetto delle rette sghembe), o vogliamo offrire ai visitatori di
Acri solo Messe?
Suvvia, politici e Giunta di centrosinistra, il popolo acrese non ne ha potuto
più delle “trovate” dei berlusconiani (ma Follini non ne
ha seguaci ad Acri?),
dimostrateci di amministrare con il senso di responsabilità in vostro
possesso, avendo a cuore la tutela del Centro Storico di Acri, il cui valore
non è legato
ai “modernismi stravolgenti“ ma alla sua conformazione urbanistica
disegnata da una storia millenaria, e, quindi, alla sua conservazione. Queste
estemporaneità
lasciamole agli altri, i nuovi interventi fateli altrove, gli acresi andrebbero
fieri di avervi dato il voto e, alla lunga, ve ne sarebbero riconoscenti!
Francesco Foggia
Presidente Gruppo politico “L’Ulivo per Acri”