Opinione Letto 1269  |    Stampa articolo

Il silenzio è d’oro.

Maurizio Garotti
Foto © Acri In Rete
Se la piccola bara rinvenuta nei pressi di casa Martelli ha palesato in modo inequivocabile che gli equilibri politici sono oramai saltati, l'attuale silenzio del Sindaco Tenuta e di tutta la sua giunta fa, forse, parte delle regole del gioco entro le quali si avviluppa la crisi amministrativa, che i vertici dei partiti di maggioranza e personalità politiche di levatura nazionale stanno cercando di sbrogliare.
Le regole del gioco di cui sopra (puntellate da un "forse", che più che un avverbio è un macigno sulla testa della tenuta democratica del paese), apre un discorso sulle regole e sui vincoli della democrazia che Bobbio non esitò a descrivere come un discorso estremamente importante, "che non può essere eliminato se non si vuole rischiare di trovarsi di fronte a un problema mal posto e quindi insolubile […] perché ciò che contraddistingue un sistema democratico rispetto ai sistemi non democratici è un insieme di regole del gioco" elaborate e costituzionalizzate attraverso secoli di prove e controprove.
Una di queste regole principali, è la regola della maggioranza.
Una maggioranza di centrodestra che sembrerebbe, conti alla mano, non esistere più dopo la diserzione dei due consiglieri comunali Francesco Viteritti e Cosimino Milordo rispettivamente eletti nell'UDC e in Forza Italia, che ora si dicono all'opposizione sotto l'occhio vigile del nuovo partito "Acri Nostra".
Ma di questi due nuovi arruolati nei ranghi dell'opposizione non se ne ha notizia. Sono restii ad avviare un dialogo con l'opposizione di centro sinistra semplicemente perché non sono loro a dirigere le operazioni e le trattative e, poi, ciò che non può la matematica (il Sindaco può confidare su otto consiglieri in Consiglio Comunale), può la necessità di conservare il potere e lo spauracchio delle elezioni anticipate. Infatti, la crisi potrebbe tranquillamente rientrare con l'inserimento in Giunta di un alto esponente di "Acri Nostra" (che non sia, ovviamente, l'avvocato Martelli che ha scatenato le ire di Forza Italia) e facendo, quindi, rientrare le due pedine Viteritti e Milordo nella loro sede naturale: il centro destra.
Sarebbe questa un'operazione conforme a questa maggioranza che in questi anni di governo (così come perfettamente descritto nell'articolo di Piero Cirino su "Il Quotidiano" di domenica 4 Luglio 2004) non ha lesinato una naturalezza nel trasformismo degna della Prima Repubblica. Aggiungerei per completezza del ritratto di Cirino, il modo ottimo con cui (inconsapevolmente!) l'opinione pubblica è distratta dal tormentone prima dalla reliquia funebre nei pressi di casa Martelli e, poi, dal dilemma "si farà o non si farà Acri in Scena?". Quadro completato, si parla d'altro (diceva Andreotti: l'importante che se ne parli!) e intanto i vertici del centro destra mediano per arrivare alla scadenza naturale del mandato; compongono e ricompongono una possibile maggioranza per evitare al Sindaco Tenuta quel problema di maggioranza che solo gettando la spugna troverebbe degna soluzione; un frenetico conciliabolo per riuscire a far passare per ricucitura della spaccatura, un'operazione di opportunismo e di conservazione del potere; potere utile per meglio gestire le elezioni.
In molti casi il silenzio è d'oro ma, purtroppo, questa splendida frase era riferita dal regista René Clair allo stupendo e artigianale cinema muto delle origini e, nel nostro caso, il silenzio del Sindaco e di tutti i suoi uomini non è d'oro, no! È assordante.
Assordante e carico di interrogativi per un Sindaco che si ritrova (ma sembra la sua condizione naturale dall'inizio della legislatura) a non operare scelte libere e imprevedibili, ma deve ricondurre il suo agire ai naturali condizionamenti dei partiti. Lo scrivo sinceramente e senza retorica, non invidio l'attuale posizione del Sindaco che deve rapportarsi non con la sua sensibilità e la sua ragione, ma deve far entrare nelle regole del gioco azioni che pensavamo sepolte nel momento in cui si celebrarono i funerali di un vecchio modo di fare politica. Si legga in ciò quasi un appello al primo cittadino di decorosamente riconoscere che la maggioranza dei numeri non c'è e, con ciò, uscire di scena con "l'onore delle armi".

PUBBLICATO 5/7/2004

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