La decisione di "Acri Nostra" di non far parte organicamente della giunta comunale ha innescato una serie di meccanismi che potrebbero produrre effetti devastanti per l'amministrazione comunale.
In questa situazione, in pratica, la prossima seduta del consiglio comunale va ben al di là della semplice approvazione del conto consuntivo.
Il presidente dell'assemblea civica, Luigi Maiorano, ha convocato i consiglieri comunali per mercoledì 28 luglio, alle ore 19. Unico punto all'ordine del giorno approvazione rendiconto e servizio 2003.
Essendo stato rimosso Ottone Martelli, che oltre a essere vicesindaco, era anche assessore al bilancio, toccherà al sindaco Tenuta leggere la relazione sul documento contabile.
"Acri nostra" ha deciso di non continuare una trattativa con l'amministrazione comunale che ormai era evidentemente senza sbocchi. L'associazione, che ha anche annunciato il suo proposito di presentarsi alle prossime elezioni comunali in maniera autonoma, aveva posto come condizione, per entrare in giunta, il reintegro di Martelli. Era una richiesta politicamente inaccettabile, sia per Tenuta che per il resto della coalizione.
Lo era almeno per due motivi: perché richiamare Martelli per Tenuta sarebbe stato politicamente ingiustificabile e perché sul suo nome, da tempo, c'è il veto di Forza Italia, partito di cui l'ex vicesindaco era rappresentante in giunta prima della sua adesione ad "Acri nostra".
Il movimento civico ha annunciato che i suoi due consiglieri comunali, Viteritti e Milordo, eletti rispettivamente nel Ccd e in Forza Italia, decideranno, fino alla fine della legislatura, di volta in volta se votare o meno in consiglio i provvedimenti proposti dall'esecutivo.
Politicamente questa è una condizione particolarmente delicata per l'amministrazione comunale, che in consiglio non ha i numeri per far passare le proprie decisioni e che sarà costretta comunque a negoziare i provvedimenti con "Acri nostra".
Il centrodestra vive una fase di logoramento politico e non è da escludere che il primo cittadino, proprio per ridare slancio alla sua azione politica, in vista delle ormai imminenti elezioni comunali, rassegni le dimissioni.
La cartina di tornasole, per comprendere l'atteggiamento, e della maggioranza, e dei consiglieri di "Acri nostra", sarà il prossimo consiglio comunale.
Considerato che "Acri nostra" fin qui non ha deciso di far cadere la giunta, è del tutto improbabile che si rifiuti di votare il bilancio consuntivo. Tuttavia la discussione che ne accompagnerà l'approvazione potrebbe avere sbocchi imprevisti e imprevedibili. La situazione attuale presenta molte similitudini, non propriamente propizie per Tenuta e per la coalizione che sostiene la sua giunta, con quanto accaduto nell'estate del 1999.
Era sindaco Angelo Rocco, appoggiato da una maggioranza di centrosinistra.
Nel mese di agosto, in una situazione politica analoga a quella attuale, il consiglio comunale doveva votare il Bilancio. In quella circostanza, non solo il documento contabile non passò, ma ben cinque consiglieri di maggioranza, insieme a tutti quelli di minoranza, si dimisero, provocando lo scioglimento del consiglio comunale e un'autentica valanga politica che ha travolto il centrosinistra e i cui effetti sono ancora vivi.