OPINIONE Letto 6752  |    Stampa articolo

Lontano da Acri lontano dal cuore?

Foto © Acri In Rete
Gaetana Falcone
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«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire» .
I miei umili scritti spesso sono frutto di impeto, di moti dell'animo, quando questo viene scosso da eventi urtanti e spesso anche violenti. Uno di questi moti di personale insurrezione si è verificato nel leggere su Acri In Rete, redazione locale a cui come sempre va il mio plauso più sincero (nella persona del Direttore) perché da voce a TUTTI e sottolineo a tutti, di esprimere liberamente opinioni, dissensi e pensieri, condivisibili o meno.
Aldilà del merito dello scritto in questione, ciò che ribadisco è l’assurdità di contestare e censire un’opinione, ripeto, condivisibile o meno... Mi sembra davvero esagerazione pura, “vento di regime”, assistere a censure simili. E io, come credo molti  concittadini, non mi sento affatto rappresentata da chi si arroga il diritto di assurgere a difensore di un paese ipoteticamente offeso da uno “straniero”!! Ma sogno o son desta?... Di questo mi INDIGNO!
Cosa cambia ad essere residenti o meno in una comunità?  Il senso di appartenenza ad un territorio, ad una Patria, non è un’opinione. O una bandiera e basta. La Patria è un vincolo fatto di molti vincoli che stanno nella nostra carne e nella nostra anima, nella nostra memoria genetica. È un legame che non si può estirpare come un pelo inopportuno. Era semplicemente Oriana Fallaci
Perciò rispetto e accoglimento per quanti, OVUNQUE si trovino, lontani dalla propria terra per scelta o necessità, hanno ancora la volontà, seppur con  dolente malinconia, di “comunicare” con le loro radici.
Invece di esortare sempre più alla partecipazione corale alla vita sociale, in qualunque maniera consona, li tacciamo di “estraneità” (nel migliore dei casi) se non addirittura di usurpazione indegna di territorio?
Nell'era del qualunquismo ideologico, dell'indifferenza totale e della partecipazione alla vita pubblica ai minimi storici, ci vuole davvero coraggio per riuscire ad attaccare chi osa dire la sua! Si dovrebbe invece gioire del confronto, la si dovrebbe intendere come un'occasione da cogliere per poter finalmente PARLARE: si chiama PARTECIPAZIONE, LIBERTÀ, DEMOCRAZIA.
Il "dibattito" basato su beceri riferimenti personali e familiari non va criticato, l'analisi di una realtà sociale è invece motivo di attacco?
Orwell scriveva “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario” . Io credo che al giorno d’oggi il semplice “dire” ,anche se non corrispondente a verità, sia un atto rivoluzionario.
Forse a far paura è proprio questo “parlare”, forse il silenzio assordante e l’omertà hanno un che di rassicurante e la mancata partecipazione e l’assenza di interesse, per chi teme il confronto, è motivo di godimento e non di patimento.
Dimenticavo… scrivere un articolo, un’opinione, corrisponde alla volontà o addirittura all’obbligo di candidatura alle prossime elezioni. Perciò vietato scrivere per semplice comunicazione e partecipazione sociale!
Se anche questo scritto è da "rimandare al mittente" e ha offeso le altrui coscienze, chiedo venia sin da ora.

PUBBLICATO 18/08/2016 | © Riproduzione Riservata





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