Eolico a Serra Capra. Senza la Sila non siamo niente. Chi ha una pala conficcata nel cuore chiede verità e trasparenza
Giulia Zanfino - Francesco Saccomanno - Forum ambientalista Calabria
C’è un’eco che arriva dalle montagne che sovrastano il nostro orizzonte, da sempre. Sembra un urlo che scivola tra i boschi secolari. Un richiamo simile a un lamento. Perché la Sila è come Gerusalemme.
Tra i pini monumentali si respira la sacralità di un tempio. La Sila è di tutti. Di nessuno. Puoi trovarci Pitagora camminare nella luce polverosa del tramonto. O scorgere Annibale sonnecchiare sotto i rami piegati come cupole. La loro voce risuona nel rumore del vento che accarezza il grano. La Sila è la memoria impigliata in un filo d’erba, ciò che resterà di noi quando saremo altrove. È come un sogno, oggi stuprato e tradito. Un’eternità negata senza un colpevole. Tutto in sei parole: ’”attestazione del perfezionamento del titolo abilitativo”. Siamo nel 2021. Pensare che sei parole possano sfregiare il volto di un luogo sacro fa paura. Sei parole e quattro comunicazioni che si susseguono da febbraio a ottobre 2021. La prima comunicazione in cui l’eolico piomba nel santuario silano arriva da EWT Italia Developement Srl, in data 26/02/2021, quando viene depositata presso in Comune l’istanza per l’avvio della procedura autorizzativa semplificata per la realizzazione di un impianto di fonti di energia da fonti eoliche, della potenza di 975 kW. E il nostro sindaco Capalbo dov’era? La seconda comunicazione è datata 10/06/2021. La società EWIND 30 Srl subentra nella totalità dell’impianto in questione. E il sindaco? Anche questa volta “l’ha mancata”? In data 22/07/2021 altra comunicazione da parte di EWIND 30 Srl che, in qualità di titolare, richiede l’attestazione del perfezionamento del titolo abilitativo PAS per l’autorizzazione del predetto impianto in località Serra Capra. E qui la parola “autorizzazione” risuona come l’eco dei nostri antenati che arriva dalle montagne. Ha il sapore di un tradimento la parola “autorizzazione”, perché chi decide di lasciare che si conficchi una pala enorme in questa terra è perfettamente consapevole che sarà come conficcarla nella carne viva di gran parte della popolazione. Perché la Sila è quello che abbiamo sotto la pelle. È l’anima. Ma il sindaco non c’era. Non sapeva, dice. Con le sue teatrali uscite televisive ci trascina nell’ambito della metafisica. A tutti è stato detto che la società “aveva già tutte le autorizzazioni”. Fatto ribadito, sempre dal sindaco dormiente Capalbo, finanche al Tgr Calabria. Lui non sa. Non vede e non sente. E invece il carteggio comunale dice altro. Nell’atto di perfezionamento, datato 20/10/2021, questa volta è il COMUNE a scrivere ad EWIND 30. Ma il sindaco boh… era su Marte a sorseggiare un tè con gli alieni, forse. Nero su bianco, a futura memoria, in questa comunicazione si legge che “il soggetto proponente può ritenere perfezionata l’istanza A MENO CHE IL COMUNE NON DISPONGA DIVERSAMENTE”. “A meno che il Comune (e chi sarebbe or dunque il “Comune” se non l’amministrazione comunale) NON DISPONGA DIVERSAMENTE”. La comunicazione continua con uno vergognoso e inquietante “sono trascorsi ad oggi i termini previsti SENZA CHE IL COMUNE CHIEDESSE LA SOSPENSIONE DELLA PROCEDURA”. E infine: “Il titolo abilitativo è perfezionato…”. Delle due l’una: o un funzionario ha firmato un atto autonomamente celando mesi e mesi di carteggio con multinazionali dell’eolico, compiendo atti di rilevanza amministrativa e andrebbe denunciato. O il sindaco era perfettamente al corrente ed ha avallato la procedura. Delle due l’una. Inoltre, come ricordano tutti i consiglieri d’opposizione in un’interrogazione al sindaco e all’ingegnere responsabile del ufficio preposto alle autorizzazioni del caso, la delibera del consiglio comunale n.43 del 29/10/2012 forniva una sponda giuridica di valore al Comune per salvaguardare il territorio da qualsiasi impianto eolico. Un’amministrazione con un’etica e senso del rispetto per la collettività, per la sua storia e per la sua memoria, un’amministrazione legata alla Sila, avrebbe come minimo dovuto convocare un consiglio comunale aperto, così com’era stato chiesto dai consiglieri di minoranza, in cui mettere al corrente la popolazione sulla scelta di compiere un atto che ha cambiato per sempre la storia delle nostre terre. Dulcis in fundo, proprio a chi ha rivendicato questo diritto a sua firma, il consigliere d’opposizione Angelo Giovanni Cofone, è stato riservato un trattamento memorabile. È stato vergognosamente querelato da tutta la giunta, mentre esercitava il suo mandato politico e richiamava l’attenzione su questi fatti. Il consigliere è un martire della lotta contro l’eolico. E se volete sapere com’è finita la storia del consiglio comunale aperto sappiate che ne è stato fatto uno “a invito”, in pochi giorni, che si è trasformato in un’inutile parodia della realtà. Chi ama la Sila ha la sensazione di avere un palo conficcato nel cuore mentre c’è una percezione diffusa che l’amministrazione strizzi l’occhio alle multinazionali che da anni ormai speculano sui territori del Sud Italia a suon di rinnovabili. E infatti, ecco che da qualche settimana il terremoto del megaimpianto eolico previsto in Sila è stato annunciato. Per non parlare del sogno del sindaco di fare un impianto a Serra Crista, piccolo paradiso perduto a picco sul mare. Il sindaco non sa, ma per Serra Crista fa… E, lo ripetiamo, fa male alla reputazione della nostra cittadina e alla sua storia di resistenza e civiltà che il consigliere d’opposizione Cofone, di Sinistra Italiana, sia stato querelato per diffamazione quando sulla relazione da lui firmata rivendicava persino la necessità di fare un referendum cittadino, per chiedere alla popolazione un parere collettivo e democratico sull’opportunità di avere impianti di eolico e mini-eolico sul territorio. Una pagina degradante della storia politica di chi ha sostenuto la querela a una relazione piena d’amore e rispetto per la nostra Sila e per la popolazione acrese, una querela dalla quale prendiamo le distanze siderali. Non rendersi conto che noi acresi, che non abbiamo più niente abbiamo solo la Sila, che può essere salvezza e motivo di restanza, significa avere una visione ristretta e priva di slancio e di visione per un futuro sviluppo delle nostre terre. Per questo un gruppo di agricoltori e proprietari di terreni in Sila hanno fatto ricorso al Tar contro l’installazione della pala di minieolico a Serra Capra, purtroppo tempestivamente montata nonostante il ricorso in atto. Tanto da costituire un pericolosissimo precedente giuridico capace di spianare la strada ad altri impianti simili. E ancora, il Forum Ambientalista, il comitato Proteggiamo il territorio, Italia Nostra, Popolo Unito e tanti altri gruppi di cittadini, oggi, hanno deciso di intraprendere una battaglia per chiedere che la pala di minieolico sia smontata e riportata da dove viene. E per opporsi ai progetti di impianto eolico in Sila e a Serra Crista. Inoltre, da qualche giorno, i consiglieri d’opposizione hanno presentato una richiesta al responsabile del settore n.6, Urbanistica, chiedendo gentilmente che venga controllata l’altezza della turbina eolica montata a Serra Capra. Sono stati realizzati manifesti di protesta e raccolte firma. E sui balconi presto campeggeranno slogan a testimoniare l’amore per la Sila, per le radici e per la forza di credere in ciò che siamo. Forse sarebbe opportuno che il sindaco convochi un consiglio comunale in cui chiedere al Parco Nazionale della Sila di inserire Serra Crista, la Sila Greca e la Valle del Mucone al suo interno. Così come era previsto nella prima stesura del Parco. Perché la Sila è un modo di essere. La nostra identità scolpita sulla pietra. È ciò che resterà di noi. Attraverso il tempo. |
PUBBLICATO 11/11/2024 | © Riproduzione Riservata
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