Atto di crudeltà contro un cane randagio ad Acri: cittadinanza sconvolta e pronta a reagire
Pierpaolo Mustica
Invio questo appello alla vostra redazione per denunciare un atto di violenza che ha profondamente colpito la nostra comunità. Un cane randagio, dolce e benvoluto da tutti noi abitanti, è stato vittima di un gesto crudele e ingiustificabile: qualcuno gli ha lanciato addosso un petardo, causandogli una grave ustione e, forse, anche la perdita dell’udito.
Questo cane, divenuto una piccola mascotte per diversi quartieri, visto il suo carattere affettuoso e docile, è parte della quotidianità di Acri. Lo incontriamo per strada e molti di noi si fermano a coccolarlo o a dargli un po’ di cibo. Quello che è accaduto non può lasciarci indifferenti: è un episodio che rivela la persistenza di un’indifferenza violenta verso gli animali, che non può e non deve essere tollerata. Basta alla violenza sugli animali! Il dolore e lo sgomento per quanto accaduto si sono trasformati in una forte reazione da parte di molti. Già da tempo ci stiamo mobilitando per costituire un’associazione locale a tutela degli animali, e questo episodio ha rafforzato la determinazione di tutti. Proprio nelle prossime ore una delegazione si recherà presso la stazione dei carabinieri per denunciare l’accaduto e chiedere che venga fatta giustizia. In Italia il maltrattamento di animali è punito dalla legge (art. 544-ter del Codice Penale), e per chi infligge sofferenze agli animali senza giustificato motivo sono previste pene severe. Tuttavia, siamo consapevoli che l’individuazione dei responsabili può rappresentare una sfida complessa. Per questo motivo l’associazione, ancora in fase di costituzione, intende fare pressione sulle autorità e sensibilizzare l’intera cittadinanza sul rispetto per i nostri amici a quattro zampe. “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” Questo episodio di crudeltà ha suscitato un profondo interrogativo su quale livello di sensibilità e rispetto nutriamo, come comunità, per gli esseri viventi. È impossibile non pensare alle parole di Gandhi: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali.” Se questo è il metro di valutazione, episodi simili gettano un’ombra sulla nostra città, che deve scegliere se ignorare simili atti di violenza o assumersi la responsabilità di difendere chi non può difendersi da solo. Siamo di fronte a una sfida etica che coinvolge ogni cittadino. L’indignazione, pur forte, non basta: dobbiamo tradurre il dolore e la rabbia per quanto accaduto in un cambiamento reale e concreto, sia attraverso azioni di giustizia, sia con una sensibilizzazione che possa innescare un cambio culturale. È necessario vigilare, tutelare e sensibilizzare, ma anche ricordare che ogni essere vivente ha diritto a vivere libero dalla violenza e dalla paura. Come cittadini di Acri, sentiamo l’urgenza di mobilitarci affinché episodi di questo genere non si ripetano e di far sì che la nostra città sia un luogo sicuro e rispettoso per tutti gli esseri viventi. Chiediamo quindi alle istituzioni e alle forze dell’ordine di aiutarci in questa battaglia di civiltà. La comunità è unita nel suo messaggio: non possiamo più accettare che la violenza verso gli animali sia tollerata o minimizzata. Acri deve dimostrare di essere una città capace di proteggere e rispettare i suoi abitanti, anche quelli a quattro zampe. |
PUBBLICATO 02/11/2024 | © Riproduzione Riservata
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