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Pesca a strascico

Foto © Acri In Rete
Giuseppe Donato
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È tempo di rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) negli enti pubblici (locali, sanitari e via discorrendo) e non si può non accorgersene, a giudicare dalle strabordanti bacheche aziendali che pullulano di liste, candidati, appelli all’unità, al mutuo soccorso, alle promesse di ricostruire ambienti di lavoro martoriati da inefficienze, sprechi, privilegi, corsie preferenziali, attualissime o arcaiche emergenze e tutto il ‘cucuzzaro’.
Innegabilmente la contesa per il rinnovo delle cariche assume una dimensione differente nel campo delle professioni sanitarie, dove ancora si elemosinano diritti sacrosanti troppo spesso annegati nel mare magnum della contrattazione sindacale, che corre il rischio concreto di intorbidirsi o virare decisamente verso la burrasca attorno a temi poco affini al bene collettivo ma particolarmente inclini verso personalismi e interessi di bottega.
Gli operatori sanitari afferenti al pubblico in alcuni contesti sono quasi diventati “braccianti” della sanità, raccattati all’alba da spregiudicati “caporali” in giacca e cravatta, lasciati sul posto per essersi lamentati di turnazioni al limite della legalità, osteggiati e beffati dall’improvviso fiorire di esenzioni, ricollocazioni, utilizzi di facciata delle agevolazioni concesse dalla legge 104/92 spesso tradita nelle sue apprezzabili intenzioni e tramutata, nei casi più deplorevoli, in 36 gg di “ferie” aggiuntive con contorno di prestazioni extra ben remunerate che nel corso dei mesi ne sconfessano il corretto utilizzo.
Ma di tutto questo non troverete nulla nei volantini che invitano alla elezione/rielezione della componente RSU. Troverete il solito messaggio promozionale di «dotti, medici e sapienti» tutti attorno al capezzale di un servizio sanitario tanto osannato quanto deriso, eternamente moribondo e dal quale continuare a scappare alimentando quel turismo sanitario che frutta ai “tour operator” della sanità nostrana fra i 200 e i 300 milioni l’anno gravanti sul bilancio regionale, freddamente certificati dai vari tavoli Adduce, Massicci e tutti i cavalier serventi che si sono avvicendati negli anni dell’eterno commissariamento.
Singolare quindi, risulta il caso di alcuni promoter o se preferite “stakeholders” della rinascita sanitaria, decisamente multitasking e che si guardano bene dal divulgare i loro comunicati stampa, maleodoranti come i peggiori volantini ciclostilati nelle oscure botteghe della protesta, nei luoghi dove prestano la loro opera optando invece per i circuiti mediatici più acquiescenti, che magari sono gli stessi che compaiono dopo aver cliccato su alcuni link che evidenziano la sciagurata architettura informatica dei siti internet istituzionali di riferimento, inondando la pagina selezionata con un esilarante “Ooops... Error 404 Sorry, but the page you are looking for doesn’t exist You can go to the homepage” e al contempo con l’inconfondibile logo di una testata giornalistica online calabrese probabilmente accomunata al sito in questione per il medesimo progettista grafico e sicuramente attestabile ad uno degli stakeholders di cui sopra per la fertile produzione di comunicati stampa dimoranti negli archivi di quella macchina infernale che è diventata la rete, che come mare in tempesta tutto toglie e tutto restituisce. Carpe diem...    
«I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato quei pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra.» (Vincent Van Gogh)

PUBBLICATO 26/03/2022 | © Riproduzione Riservata





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