RELIGIONE Letto 1366  |    Stampa articolo

Mediatore

Foto © Acri In Rete
fra Piero Sirianni
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Il termine “mediatore” / “mediazione” indica lo stare in mezzo (a persone o situazioni), il porsi in aiuto verso una questione difficile da risolvere.
Negli ultimi anni – almeno nel nostro Paese – si sono molto diffuse le cosiddette “mediazioni” (familiari, aziendali, politiche o diplomatiche); queste facilitano gli incontri e la risoluzione di problematiche.
Anche quando pensiamo alle maggiori Rivelazioni presenti nel mondo (Islam, Ebraismo e Cristianesimo), scopriamo che esse si sono avvalse di importanti mediazioni, per veicolare il messaggio divino ed essere un tramite privilegiato nell’incontro con l’uomo. In queste tre vie umano-divine rimane centrale il ruolo dei profeti, degli intercessori, dei riti, dei sacrifici, delle oblazioni.
Il Cristianesimo ha nella Persona di Gesù, il Figlio Unigenito, la fonte ed il culmine dell’intera Rivelazione. I Santi, lungo i secoli, hanno mediato la salvezza e la vita divina; tuttavia, è nella missione cristica che ritroviamo l’apice della consegna che il Creatore fa di Sé alla storia umana. Testimoniano, infatti, le sante Scritture: «Uno solo è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti» (1Tm 2,5-6a).
Il Signore Gesù Cristo rimane il mediatore per eccellenza tra Dio e gli uomini, «l’apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo, il quale è degno di fede per colui che l’ha costituito tale, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa» (Eb 3,2); in virtù del fatto che «egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Il Figlio Unigenito, per prendersi cura dell’umanità, – di ogni singola persona umana – è divenuto simile ai fratelli, in tutto.
Noi, dunque, professiamo la nostra fede nel «Dio vicino» (J. Ratzinger), prossimo, incarnato. Non è meraviglioso, non riempie il cuore di pace e di gioia sapere che Dio Creatore passeggiava nel giardino dell’Eden anche dopo la prima infedeltà umana? (cfr Gen 3,8). Ed ancora di più essere certi del fatto che il Crocifisso Risorto affianca gli uomini dal cuore triste e dallo sguardo cupo che se ne tornano a casa propria dopo la delusione del venerdì santo? (cfr Lc 24,15); Egli, il Vivente, infonde nei loro cuori la speranza e l’entusiasmo della fede; la vita nuova della grazia.
Perché non porci anche noi in ricerca della via, della verità e della vita (cfr Gv 14,6), e del vero bene? Perché non ci lasciamo anche noi incontrare dallo Spirito?
Mettiamoci il desiderio di farci trovare col cuore aperto e con le tante domande che ci portiamo dentro.
Ed allora diventeremo anche noi, con le nostre esistenze trasfigurate dall’opera divina, mediatori di grazia, di speranza, di bene, di solidarietà, di tenerezza, di compassione, di comunione e di fraternità.

PUBBLICATO 19/01/2022 | © Riproduzione Riservata





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