Centrale idroelettrica Mucone. Intitolata ad Adele Giannone?


Roberto Saporito

Sarebbe, non solo una lodevole iniziativa, ma anche un atto dovuto verso una donna antesignana.
Un gruppo di dipendenti Enel ha lanciato la proposta che sarebbe stata accolta favorevolmente dagli organi preposti superiori; intitolare la Centrale idroelettrica Mucone ad Adele Giannone in Salvidio, nata ad Acri nel 1888. Fu mandata a Napoli quando aveva nove anni presso il noto istituto Suor Orsola Benincasa, qui ci restò per dieci anni. Apprese le lingue antiche, il latino ed il greco, ma anche l’inglese ed il tedesco. Imparò anche il pianoforte. Nel 1906, all’età di diciotto anni tornò ad Acri. Era una giovane donna piena di ideali e di determinazione. Appena giunta nel suo paese natale fu corteggiata da un grosso possidente agricolo, il conte Gennaro Salvidio. I due si sposarono nel 1907 ed ebbero dieci figli. Nonostante ciò Adele non trascurò le sue attività di letterata, imprenditrice e benefattrice. Ma soprattutto continuò ad allevare il suo sogno; quello di migliorare le condizioni di vita degli acresi. Una donna simbolo. Per molti versi eccezionale. Era dotata di un carattere calmo ma deciso. Per la sua capacità di mediare e decidere era amata e rispettata da parenti e amici. Nei suoi intenti la voglia di migliorare le misere condizioni degli acresi. Che in quegli anni erano assai depresse. Viabilità precaria, attività culturali inesistenti e servizi primari, quali scuole, acqua e luce, assenti. Troppo forte in lei la volontà di risolvere le questioni più impellenti. E così fondò insieme al giovane prete acrese, don Vincenzo Vaglica ed a sua sorella Assunta, un orfanotrofio femminile. Presto divenne punto di riferimento per i meno abbienti. Ma il suo pallino era ben altro; portare la luce nelle case, nelle vie e nelle piazze di Acri. Riuscì, non senza difficoltà, a costituire un’ impresa elettrica. Il marito possedeva un vecchio mulino ( ancora esistente ) nella valle del fiume Mucone. Insieme ad alcuni parenti contattò una ditta di generatori e trasformatori che utilizzarono le acque del suddetto fiume per la produzione di energia. Nel 1913 fu fondata l’impresa elettrica. E per Acri fu la luce. Dieci anni dopo New York. Lo scoppio della prima guerra mondiale impedì ad Adele di realizzare un altro progetto; un piccolo ospedale. Si impegnò fattivamente per la raccolta e la distribuzione di viveri e indumenti per i soldati al fronte. Quando morì lasciò un testamento spirituale contenente principi teologici così pregevoli da colpire alti prelati. La Centrale idroelettrica Mucone è un’opera straordinaria per molti versi; intanto perché costruita subito dopo la seconda guerra mondiale quando le tecniche di costruzione erano precarie. La Centrale sfrutta le acque dell’altopiano silano che dal lago Cecita vengono incanalate a circa 1100 metri in una condotta forzata tutta in galleria, per poi giungere sul pozzo piezometrico a strapiombo sulla centrale. Per raggiungere i locali ed i comandi è necessario percorrere una galleria rettilinea lunga 800 metri. Per molti anni, grazie alle iniziative Enel “Centrali aperte”, la centrale è stata aperta al pubblico per un’intera giornata con visite guidate, mostre, spettacoli. |
PUBBLICATO 17/06/2019 | © Riproduzione Riservata

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