Astio e tastiera...
Giacinto Le Pera
Terribilmente patetico l'affanno dei tantissimi acresi che si stanno sfidando sui social per poter dimostrare, chi più chi meno, che si è dalla parte giusta.
Mentre il giovane Angelo (alias Ciacialù) si ritrova col cranio massacrato dall'astio che in Acri si coltiva con cura, si fa a gara per chi riesce a risultare più convincente, più compassionevole. Dalle accuse alla politica del perché non abbia speso 2 riga per l'accaduto, all'invito a pregare all'ex beato affinché queste cose non accadano più; dall'omertà alla vigliaccheria. Insomma, una "palata" a tutti i rappresentanti di questa surreale società. Fino al giorno prima del triste episodio, fiumi di post sulle partenze post feste via pullman : anche lì, giù con ragionamenti articolati tra chi riusciva meglio ad inquadrare (sempre pateticamente) il problema dal punto di vista sociologico. Domani, per non far mancare nulla alla già nutrita visione a perdere, è possibile che i relatori pro tastiera virino sugli arresti di 'ndrangheta avvenuti poche ore fa. L'attività intellettuale necessita costantemente di tastiera. A chi fosse stato troppo impegnato a scervellarsi su come costruire le architetture mielose dei propri post sulle tragedie di Angelo e partenze pullman, segnalo altro tema da dibattimento da consumare tra il calduccio del proprio caminetto e le fredde vetrine di feisbuq: il 5 gennaio, sempre in questa ridente cittadina, in pieno centro, durante una di quelle serate da movida, davanti un frequentatissimo locale c'è stato un pestaggio ai danni di una persona. Così, senza un reale motivo. Il pestaggio è avvenuto nel mentre circa 150 persone pigiavano convulsamente cuoricini e laiq dai loro smartphone ultra disumani, continuando a ciucciare alcol ed assistendo all'infame spettacolo che si stava consumando a 10 cm da loro (racconto diretto da chi ha subito tutto ciò). Mi domando, con tutto il dovuto rispetto ad Angelo al quale auguro immediata guarigione, e con tutto il dovuto rispetto a chi, di nuovo, ha dovuto rifare le valige per raggiungere città e paesi altrove, come mai c'è tutta questa corsa feisbucchiana a martellare il vuoto, quando sappiamo benissimo tutti che le caratteristiche più evidenti di Acri sono l'omertà e la codardia? Perché lasciamo vuote le piazze? Perché non si ha più voglia di stare assieme in carne ed ossa per comprendere realmente i bisogni dell'altro, o semplicemente per condividerne una gioia? Perché in quei pochi maledetti momenti che ci si incrocia ognuno sta per i cazzi propri incollato a quell'aggeggio che oramai è diventato il prolungamento delle arti superiori? Perché non ci si guarda più? Però, le impotentissime tribù del contro a prescindere, che si annidano nelle pieghe del virtuale da dove sparano minkiate una via l'altra contro chiunque, si coalizzano e fanno rete per rimanerci poi incagliati assieme ai loro laiq. Le mitragliate di astio se non sono dirette al sindaco o chi per lui, sono indirizzate alla città che abitano senza viverla, e quando smettono di puntare il dito contro il ricco si spostano sul massone, e poi ancora se non vomitano sui cani randagi lo fanno per l'acqua, poi per i tributi e per quella che è una zoccola, o per quell'altro che ha detto o fatto chissà cosa. E via così, verso l'infinito fantastico mondo del pettegolezzo a montare tanti altri pretesti per alimentare astio. Tutto ciò, senza però mai produrre una sana discussione e/o presa di posizione decisa. Scimmiottare le Città senza conoscerne le dinamiche porta a questo risultato, e cioè a quello di aver perduto l'identità della piccola e coesa comunità, di non riuscire più a godere di una chiacchiera e di un bicchiere di vino celebrando il piacere, di organizzare spontaneamente il rito della tavola condivisa. Un ibrido senza colori è quello che ne consegue. L'Astio ha conquistato completamente l'innocenza e la semplicità di questa comunità. Qui, o si rinuncia a questa desertificazione spirituale, o si è destinati sempre più a produrre "palate" in testa (fisicamente e non) e pestaggi nella totale indifferenza degli Uomini tutti. |
PUBBLICATO 10/01/2018 | © Riproduzione Riservata
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