INTERVISTA Letto 11010

Don Francesco Sprovieri si racconta ad Acri In Rete


Foto © Acri In Rete



In vista del suo insediamento, previsto per Martedì 28 giugno alle ore 18:00, la Redazione di Acri In Rete ha voluto intervistare il nuovo parroco della SS. Annunziata per capire con quale spirito si appresta ad intraprendere il nuovo ruolo di guida della parrocchia.
Il giovane Don Francesco Sprovieri ha risposto alle nostre domande con grande generosità, disponibilità ed entusiasmo.

- Don Francesco… lei è molto giovane, ha solo 34 anni ed ha già guidato due parrocchie. A che età è nata la sua vocazione?
Ogni volta che mi viene chiesto come e quando è nata la mia vocazione al sacerdozio, mi viene difficile ricordare un evento e/o un momento particolare. Di certo la cosa che stupisce è il fatto che all’età di 15 anni ho espresso il desiderio al mio parroco di fare esperienza in seminario e quasi per curiosità ho iniziato questo cammino che mi ha portato al 28 aprile del 2007 a ricevere la grazia di essere sacerdote. Ancora oggi ricordo con piacere quel giorno quando ho definitivamente detto al Signore il mio si pur riconoscendo la mia incapacità e il mio non essere degno di così grande dono fattomi.
- Da dove ha preso avvio il suo ministero?
Il mio ministero è partito dal paese d’origine, Luzzi; già da Diacono ho collaborato con il mio parroco, don Pasquale Traulo, nella mia parrocchia d’origine dei Sacri Cuori a valle e nella Parrocchia di Santa Maria Assunta in Sambucina. A Soli 20 giorni dalla mia ordinazione l’allora vescovo mons. Salvatore Nunnari, mi chiese di recarmi come parroco a Belmonte Calabro e dopo 7 anni mi veniva chiesto di svolgere il servizio nella vicina parrocchia di Santa Domenica in Longobardi Paese.
- Sappiamo che per l'insediamento ad Acri la seguiranno diversi suoi ex parrocchiani. Questo significa che è un prete ben voluto e che ha lasciato un segno positivo nella comunità che sta per lasciare. Che rapporto ha con i suoi parrocchiani?
Noi sacerdoti sappiamo bene che l’obbedienza, quando meno ce lo aspettiamo, ci chiede cose che nemmeno immaginiamo, come per me in questo caso. Il parroco sa che prima o poi potrebbe essere spostato; questo però non deve dispensarci di lavorare per il Signore e per il bene della porzione a noi affidata. Certo io non ho mai pensato di lavorare perché la gente si legasse a me, ho sempre cercato di guidare tutti al Signore con il limite della mia umanità e delle mie mancanze. Oggi ringrazio Dio per avermi mandato a Belmonte Calabro prima e a Longobardi poi. Ho fatto tanto e devo dire che ho trovato tanto entusiasmo, poi, essendo giovane, sono riuscito ad avvicinare tutti sapendomi rapportare principalmente con i ragazzi e devo dire che ne sono molto fiero di essermi saputo fare loro compagno e guida. Con dispiacere umano lascio le due comunità ma, nello stesso tempo, sono certo che la Divina Provvidenza da sempre ha pensato bene ogni cosa. Saprà guidarli secondo la sua Volontà. Mi fa enormente piacere che in tanti verranno ci sarà qualche lacrima in più sia per loro che per me, sono stati i miei primi compagni di viaggio non posso dimenticare in un attimo ciò che è stato costruito. Con dispiacere lascerò il mare che ho imparato ad amare grazie anche a loro ma nello stesso tempo ritorno nelle mie amate montagne che anche loro hanno imparato a riscoprire e ad apprezzare.
- Ad Acri la aspettano con trepidazione. Lei andrà a colmare il vuoto che la prematura scomparsa dell'amatissimo Don Luigi ha causato tra i numerosi parrocchiani (e non solo). Con quale spirito si appresta ad intraprendere il suo nuovo ruolo di guida della parrocchia?
Appena il Vescovo Mons. Nolè, che ringrazio anche qui per la fiducia accordatami, ha voluto rendere pubblica la notizia del mio trasferimento, molti acresi mi hanno contattato sulla mia pagina facebook esprimendo alla mia persona tutta la gioia e l’attesa per il mio arrivo, è una bella consolazione sapere di trovare una comunità gioiosa, non è sempre così scontato. Ricordo ancora il giorno dei funerali di don Luigi, ai quali ho partecipato; si respirava nell’aria la tristezza e rimasi positivamente stupito del fatto che non c’era nessuna persona che non piangesse, prova questa di quanto un pastore sia amato quando fa bene il suo dovere nella semplicità e nella povertà che da sempre ho ammirato in don Luigi. Penso non sia possibile colmare il vuoto umano perché ognuno di noi è differente e poi non è rispettoso per la memoria di chi non c’è più; sarò qualcosa di nuovo che saprà, lo spero, imitare i passi di don Luigi per operare secondo il cuore di Cristo così come è giusto che sia.
- Conosceva già Acri e la parrocchia della SS. Annunziata?
La parrocchia dell’Annunziata ho avuto modo di visitarla due volte da seminarista e ho sempre ammirato la devozione Mariana che la contraddistingue. Ad Acri altre volte sono stato per via della presenza della Basilica del Beato Angelo, delle suore Piccole operaie dei Sacri Cuori e di don Giampiero che ho sempre ammirato per la sua gioia nel servire la chiesa e con il quale ora la Provvidenza mi chiede di collaborare; questo è stato il motivo principale che mi ha spinto ad accettare la proposta del nostro Vescovo. Da quando ero piccolo abitando a Luzzi, di Acri mi è sempre piaciuto la sua capacità di saper essere un bel paese unito e capace di cooperare, avvantaggiato forse dalla sua posizione geografica, forte e pronto a fare tanto.
- Quali novità pensa di apportare in ambito parrocchiale?
Per quanto riguarda le novità al momento non le saprei dire, sono tante le idee; di sicuro sfruttando la centralità dell’Annunziata voglio che chi si avvicina ad essa possa trovare una chiesa aperta e accogliente, dove ci si possa ritrovare con il Signore in preghiera e la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Un sogno che vorrei realizzare, e che ho già svolto fina ad ora, è quello di rendermi disponibile per i giovani che vorranno accostarsi a conoscere il Signore e magari camminare insieme.
 Al più presto vorrò conoscere gli ammalati, che non trascurerò, e, insieme ai fedeli, cercherò di valorizzare al meglio la tradizione storica di cui Acri è custode. Il tutto sarà arricchito dall’unità pastorale che realizzeremo con don Giampiero e P. Pietro che apprezzo e ringrazio  per aver insistito che accettassi di venire ad Acri. Questi i propositi, il resto lo farà il Signore.

PUBBLICATO 23/06/2016  |  © Riproduzione Riservata

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